Il suicidio assistito di Mario: chi mai l’ha autorizzato, i giornali?

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‘Sollievo, sarò il primo’” (La Stampa).

La versione integrale del parere non autorizza questa conclusione, intanto perché, nella confusione normativa attuale, se un qualsiasi Comitato etico avesse autorizzato un suicidio assistito avrebbe violato la legge, poiché sarebbe andato oltre le competenze che le varie disposizioni gli riconoscono.

“Suicidio assistito, primo via libera ad un malato italiano”, così titolano le testate che si occupano della vicenda di “Mario”, dopo il parere rilasciato dal Comitato etico regionale delle Marche. (Tempi.it)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Un 43enne paziente marchigiano tetraplegico immobilizzato da 10 anni è "il primo malato a ottenere il via libera al suicidio assistito in Italia". A darne notizia l'associazione Luca Coscioni. (Adnkronos)

Il camionista pesarese di 43 anni, tetraplegico da circa 10, a seguito di un tremendo incidente stradale, sarà il primo caso in Italia. E', come detto, la prima volta che si ottiene una pronuncia in questo senso, con conseguente "via libera" (La voce di Rovigo)

242/2019 che indica le condizioni di non punibilità dell’aiuto al suicidio assistito. E’ molto grave che ci sia voluto tanto tempo – ha ammonito Gallo – ma finalmente per la prima volta in Italia un Comitato etico ha confermato per una persona malata, l’esistenza delle condizioni per il suicidio assistito” (QuiFinanza)

23 Novembre 2021 14:27. Per la prima volta in Italia è stato dato il via libera per il suicidio assistito: le parole del malato. Una decisione storica in Italia: per la prima volta è stato infatti dato il via libera per il suicidio assistito. (Stretto web)

Suicidio assistito: ASL Marche accontenta la richiesta uomo tetraplegico da dieci anni. Esultano gli Infermieri ed i Medici pro eutanasia sui social, per i quali è una vittoria storica (AssoCareNews.it)

I parlamentari devono prendersi carico di fare una legge giusta sul suicidio assistito, sull’eutanasia – ha aggiunto Mina Welby -. Ogni anno ci sono almeno 3mila persone come Eluana Englaro che non riescono a morire e sopravvivono in stato vegetativo”. (LaPresse)