“Non corro più, basta”: Jacobs voleva mollare tutto pochi minuti prima della finale olimpica

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“Non corro più, basta”: Jacobs voleva mollare tutto pochi minuti prima della finale olimpica La vita di Marcell Jacobs è cambiata completamente domenica 1 agosto, quando il velocista azzurro ha tagliato per primo la linea del traguardo dei 100 metri olimpici.

Un bagno di folla che ha fatto seguito alla presenza del velocista di Desenzano al Festival del Cinema di Venezia.

So che, se sono in testa agli ottanta, nessuno al mondo attualmente può superarmi negli ultimi venti metri"

Ma il 26enne di Desenzano quella finale avrebbe potuto non correrla: è lui stesso a raccontare cosa accadde a Tokyo nei minuti prima della gara. (Sport Fanpage)

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E’ bellissimo, davvero emozionante sfilare» «Ho sempre desiderato fare un red carpet ed essere qui è la realizzazione di un sogno. (Corriere della Sera)

Debutto dalla Mostra del Cinema di Venezia per Marcell Jacobs, campione olimpico dei 100 metri piani e della staffetta 4×100 metri ai Giochi di Tokyo 2020, insieme alla fidanzata Nicole Daza. È bellissimo, davvero emozionante sfilare», ha detto la medaglia d'oro (Il Messaggero)

Lo stesso Jacobs avrebbe chiesto allo spagnolo di non lesinare sull’acceleratore, preferendo un po’ di gas a una tranquilla passerella. Prima della partenza del Gran Premio ha anche vissuto momenti di adrenalina, grazie a un’esibizione a tutta velocità svolta a bordo di una Ferrari SF90 Spider. (FormulaPassion.it)

La foto, invece, è quella che lo vede battere Jacobs nella finale dei 100 metri di Tokyo. La metà giallorossa della Capitale è impazzita dopo la corsa dello Special One al gol di El Shaarawy. (La Gazzetta dello Sport)

Marcell Jacobs a Ballando con le Stelle? È stata lei, ha dichiarato al Corriere della Sera, a convincerlo a riallacciare i rapporti col padre, Lamont Marcell Jacobs, che non ha seguito la madre in Italia quando era piccolo. (Thesocialpost.it)

"In quello sprint sembravo Jacobs", ha avuto modo di dichiarare lo stesso allenatore giallorosso a fine partita. Insomma, lo Special Run corre ancora verso una popolarità che davvero non conosce confini (Sportal)