Congo, Mustapha che sognava un Nord Kivu senza sangue

Pubblicava questo su Facebook Mustapha Milambo Baguna, l’autista del World Food Program ucciso a Goma da uomini armati prima che la stessa sorte toccasse all’ambasciatore italiano Luca Attanasio e al carabiniere Vittorio Iacovacci
Una foto di una ragazza che mostra un cartello con la scritta «i musulmani non sono terroristi», ma anche l’immagine di un bambino solo e scalzo sotto la quale si ammonisce a non far del male agli orfani. (Corriere della Sera)
La notizia riportata su altri giornali
Il cobalto. Il cobalto è uno di quegli elementi essenziali per le inesauribili batterie al litio di smartphone e auto elettriche sulle quali così tanto puntiamo per la svolta green. Dal 2016, Apple si è impegnata attivamente con Huayou Cobalt per identificare e affrontare il lavoro minorile nella sua catena di fornitura (InsideOver)
Il Nord Kivu è una delle aree di crisi più importanti della Repubblica Democratica del Congo. Milizie etniche in lotta fra loro, o con le autorità locali e le forze delle Nazioni Unite, per il controllo del territorio e delle risorse, bande di guerriglieri e gruppi islamisti. (Sputnik Italia)
Da decenni nella regione del Nord Kivu spadroneggiano gruppi armati che impongono la propria volontà per il controllo delle ricche risorse del territorio. Si pensa che i gruppi armati siano finanziati dall’estero, perché c’è chi trae grande vantaggio economico dalla situazione (Toscanaoggi.it)

Va ricordato che dopo la prima guerra congolese ne venne una seconda, e anche questa mosse i primi passi dalle regioni orientali. Frutto anch’ essi di quella povertà e quella violenza che probabilmente è all’ origine dell’ attentato di oggi (Famiglia Cristiana)
Se l’elevato numero di gruppi armati attivi nella regione nord-orientale del paese suggerisce una profonda frammentazione delle dinamiche di violenza politica e dell’attivismo di attori non-statali, l’area di Beni, nel Nord Kivu, costituisce uno dei principali centri di instabilità in RDC. (ISPI)
Disordini in varie prigioni del Paese, le autorità hanno ripreso il controllo. Almeno 79 detenuti sono morti in varie carceri dell’Ecuador questa settimana, dopo che le autorità hanno ripreso il controllo delle strutture in tre città. (LaPresse)