Scambiata nella culla in ospedale e data alla famiglia sbagliata, ora vuole risarcimento milionario

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Dopo un test del Dna una giovane in Spagna ha scoperto che le persone che l'hanno cresciuta non sono i suoi veri genitori.

Le autorità sanitarie hanno parlato un "errore umano" e hanno affermato che rispetteranno qualsiasi decisione sarà presa dopo il procedimento giudiziario.

L'ospedale in cui è nata ha parlato di "errore umano". Appena nata a causa di un errore umano era stata messa nella culla sbagliata e affidata in seguito a dei genitori che non erano i suoi. (EuropaToday)

Ne parlano anche altri media

E nemmeno la nonna materna – con la quale la giovane, oggi 19enne, continua a vivere – oltreché i relativi parenti È a quel punto che Maria scopre che anche la madre non era biologicamente tale. (La Stampa)

Aveva 16 anni la giovane, quando per la prima volta si presentò nello studio degli avvocati che l'avrebbero seguita nella causa, chiedendo loro: «Ditemi chi sono». Il testo completo di questo contenuto a pagamento è disponibile agli utenti abbonati (ilgazzettino.it)

Su sua istanza, le autorità sanitarie della provincia hanno avviato una indagine, attraverso la quale si è scoperto lo scambio. Scambiata alla nascita, una giovane ragazza spagnola di 19 anni ha fatto causa alle autorità sanitarie chiedendo 3 milioni di euro di risarcimento. (Yahoo Finanza)

E’ stata scambiata in culla alla nascita, in Spagna. La richiesta di tre milioni è attualmente congelata perché la giustizia è in attesa di un esame del dna del possibile padre biologico, spiega il giornale La Rioja (Blitz quotidiano)

Quando, nel 2017, la nonna chiese al supposto padre della ragazza di farsene carico economicamente, quello le rispose che non era suo padre. Il secondo è appunto quello su cui lavora l'avvocato Sáez-Morga per ottenere l'indennizzo di tre milioni alla sua cliente, ai sensi dell'art. (ilmessaggero.it)

Scambiata nella culla, ora una ragazza chiede un risarcimento da 3 milioni di euro. Oggi quella bambina è una ragazza di quasi 20 anni che vive con la famiglia che l’ha cresciuta a 500 metri da quella della denunciante (L'Occhio)