"Quaranta anni e un dolore che non passa": Pier Francesco Laurenti, vittima parmigiana della strage di Bologna

La Repubblica INTERNO

Certo, sono contenta se stiamo arrivando a una conclusione del processo: è necessario anche per chiudere il capitolo di un libro mai finito.

Penso non solo a mia mamma ma a tutti i familiari delle vittime che sono andati via senza avere giustizia, senza la consolazione di vedere puniti i responsabili della morte dei loro cari, senza nemmeno poterne conoscere i nomi.

Per noi Pier Francesco era un figlio, un fratello, un cognato, uno zio: per la nostra famiglia lui contava, così come i tanti che sono morti, per quanto piccoli, contavano per i loro cari”. (La Repubblica)

La notizia riportata su altri giornali

Neofascisti ed esponenti dell’ultradestra in genere, appartenenti al movimento skin, ultrà degli stadi: diverse componenti delle realtà dell’estremismo hanno dato la loro adesione alle contro-manifestazioni indette in diverse piazze d’Italia in occasione dei 40 anni della strage alla stazione di Bologna, costata la vita a 85 persone. (Corriere della Sera)

Conoscere la verità è un diritto non soltanto di noi famigliari delle vittime, ma di tutto il Paese».Non si placa la sete di giustizia di Carlo Alberto Lugli. Poco dopo Carlo Alberto partì per Bologna: allora non c’erano i telefonini e per avere notizie immediate occorreva recarsi sul posto. (La Gazzetta di Modena)

).Tutta roba “cucinata” con il supporto del Mossad, oltre che della Cia e dei servizi italiani. Con Giorgio Napolitano al Viminale, e poi per nove anni al Quirinale, non un documento è stato fatto uscire dagli archivi più nascosti. (L'AntiDiplomatico)

Dopo 40 anni di menzogne e stanchi della solita retorica, vogliamo che venga detta la verità. Tante domande, fatti evidenti, piste e ricostruzioni che non hanno mai avuto una risposta e un approfondimento. (Rietinvetrina)

Gli italiani hanno assistito inermi ad attentati di ogni genere: omicidi di militanti politici, poliziotti, magistrati. E stragi crudeli, terribili, come quella alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980 che causò 85 morti e 200 feriti e che, nonostante la condanna definitiva dei tre autori neofascisti, continua a essere avvolta nel mistero. (Corriere della Sera)

Ci saranno anche due taxisti in attesa di clienti, fermi nel posteggio davanti all’edificio polverizzato dallo scoppio. Gente normale, di tutte le età e provenienze che sapeva di vita quotidiana: chi lavorava, chi stava andando in vacanza e chi rientrava dalle ferie. (Corriere della Sera)