Amazon confessa: dipendenti costretti a fare pipì nelle bottiglie

La Stampa ESTERI

Iniziate a riconoscere le condizioni di lavoro inappropriate che avete creato per tutti i vostri dipendenti»

«Solo perché paghi i tuoi impiegati 15 dollari all'ora non ti rende un posto di lavoro all'avanguardia - aveva detto rivolgendosi al gigante dell'e-commerce - se costringi i tuoi impiegati a fare pipì nelle bottiglie di plastica».

E' purtroppo vero, e non è quindi solo una leggenda, il fatto che i dipendenti di Amazon sarebbero a volte costretti a fare pipì nelle bottiglie di plastica, per non perdere tempo nelle consegne. (La Stampa)

Su altri media

"Dobbiamo delle scuse a Pocan", hanno fatto sapere da Seattle. La notizia non è recente, ma la novità è che, dopo averlo negato per mesi, l'azienda ora lo ammette. (Rai News)

Pocan, sempre attraverso Twitter, ha replicato: "Non si tratta di me ma dei vostri impiegati, che non trattate con sufficiente rispetto e dignità. Iniziate a riconoscere le condizioni di lavoro inappropriate che avete creato per tutti i vostri dipendenti" (Fanpage.it)

Usa, Amazon ammette: “A volte i nostri autisti sono stati costretti a fare pipì nelle bottiglie durante i viaggi”. Dopo aver respinto seccamente per settimane le affermazioni, ha convalidato quanto sostenuto, sollevando però un polverone mediatico non indifferente (Yeslife)

“Pagare i tuoi impiegati 15 dollari all’ora non ti rende un posto di lavoro all’avanguardia – aveva detto rivolgendosi al gigante dell’e-commerce – se poi costringi i tuoi impiegati a fare pipì nelle bottiglie di plastica”. (News Mondo)

Il problema con gli autisti di Amazon è «di lunga data» e «riguarda tutto il settore», ha fatto sapere la società sottolineando: «Vorremmo risolvere il problema. E' purtroppo vero, e non è quindi solo una leggenda, il fatto che i dipendenti di Amazon sarebbero a volte costretti a fare pipì nelle bottiglie di plastica, per non perdere tempo nelle consegne. (La Sentinella del Canavese)

Dopo aver respinto seccamente per settimane le affermazioni del membro del Congresso, la societa’ alla fine ha ammesso la sua responsabilita’, sottolineando come aver negato sia stato “un autogol”. (il Fatto Nisseno)