Inflazione USA in frenata non convince la Fed

ilmessaggero.it ECONOMIA

"L'inflazione rimane troppo alta e non vicino al nostro obiettivo di stabilità dei prezzi", commenta la banchiera in una intervista al Financial Times

Il dato però, preannuncia un atteggiamento meno aggressivo della Fed, che probabilmente a settembre si limiterà ad un ritocco di 50 punti base anziché di 75 punti come fatto in precedenza.

Dal momento che i tassi di interesse sono attualmente al 2,25-2,50%, ciò implica che basterebbe un aumento di 100 punti da qui a dicembre, di cui 50 punti già attesi per la riunione di settembre. (ilmessaggero.it)

La notizia riportata su altre testate

I costi sono rallentati anche per i nuovi veicoli (10,4% vs 11,4%) e per le tariffe aeree (27,7% vs 34,1%). Vi è stato perfino un calo nei prezzi alla produzione, anch’esso legato al calo dei prezzi energetici, soprattutto petroliferi. (Scenarieconomici)

Per le altre banche centrali, sembrano esserci meno dubbi con la Bce attesa al rialzo di 50 punti base e la Boe altrettanto” In questo contesto si attende i Fed Funds tra 3,25%-3,50% a fine anno e tra 3,75%-4% l’anno prossimo. (Borse.it)

Dal momento che i tassi di interesse sono attualmente al 2,25-2,50%, ciò implica che basterebbe un aumento di 100 punti da qui a dicembre, di cui 50 punti già attesi per la riunione di settembre.Anche il presidente della Fed di Minneapolisha avvertito che la banca centrale statunitense è ancoraed ha una linea più austera di Evans, prospettando un aumento die tassi al 3,9% entro la fine dell'anno ed al 4,4% entro la fine del 2023. (Finanza Repubblica)

L'onda lunga di un dato sull'inflazione di luglio migliore delle aspettative continua a trainare l'entusiasmo degli indici di Wall Street, che iniziano le contrattazioni di giornata sopra la parità. Il Dow Jones apre in rialzo dello 0,6%, l'S&P 500 guadagna lo 0,6% e il Nasdaq lo 0,6%. (Milano Finanza)

Il dato annuo cresce del 9,8%, contro il +11,3% del mese precedente e il +10,4% previsto Lo ha annunciato il dipartimento del Lavoro americano. (La Gazzetta del Mezzogiorno)

La diminuzione è attribuibile a un calo dell'1,8% dei prezzi dei beni della domanda finale. Secondo il Dipartimento del Lavoro americano (BLS), i prezzi alla produzione sono diminuiti dello 0,5% su mese rispetto al +1% del mese precedente (dato rivisto da un preliminare di +1,1%) e al +0,2% del consensus. (ilmessaggero.it)