Pompei, l'armadio rimasto chiuso per 2mila anni e i bauli

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QUOTIDIANO NAZIONALE INTERNO

Ancora di più, forse, con questo squarcio su una quotidianità più modesta eppure a tratti incredibilmente attuale

Il Grande Progetto. Siamo nella Regio V, in quel cuneo di terreno nel quale sono stati fatti negli anni passati gli scavi del Grande Progetto , resi necessari dalla messa in sicurezza del sito patrimonio dell’Umanità.

Non mancano i servizi però, una cucina e una latrina, quasi come quelle che si trovano nelle abitazioni più importanti. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Su altre fonti

Ecco le immagini. Un baule rimasto chiuso per 2000 anni ritrovato a Pompei, apparteneva al ceto medio. (Liberoquotidiano.it)

Si tratta di un ambiente adibito al culto, che presentava su una parete una nicchia sacra ai "Lari", numi tutelari della casa e al di sotto due grandi serpenti "agatodemoni" (demone buono), simbolo di prosperità e buon auspicio. (Tiscali Notizie)

«Una realtà diffusa e poco raccontata», dice il direttore Zuchtriegel. Un armadio rimasto chiuso per duemila anni con tutto il suo corredo di stoviglie. (Gazzetta di Parma)

«Un lavoro di squadra straordinario, una bellissima storia di riscatto, Pompei non smette di stupire», commenta il ministro della cultura, Dario Franceschini APPROFONDIMENTI L'ARCHEOLOGIA Pompei, riapre la Casa dei Vettii: il docufilm evento in esclusiva su. (ilmattino.it)

In quest'area, con accesso dal vicolo di Lucrezio Frontone, nel 2018 emerse un lussuoso larario riccamente decorato. Ma anche oggetti meno documentati come un prezioso bruciaprofumi decorato, e il gruppo unico di sette tavolette cerate raccolte da un cordino, di cui è stato possibile realizzare un calco. (Il Vescovado Costa di Amalfi)

Il direttore del Parco archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel, lo definisce "un quadro quasi “cinematografico” : il baule svuotato e lasciato aperto dai proprietari scappati, le travi del solaio “congelati” dal flusso piroclastico mentre crollano sui mobili, l’armadio con i vasi sul ripiano spezzato". (La Repubblica)