Festival di Cannes, nuda e insanguinata sul red carpet: diretta interrotta

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Il suo corpo era dipinto con la bandiera ucraina e con il colore rosso a simboleggiare il sangue delle vittime del conflitto.

Nel giorno della Azovstal, il nuovo disastro di Putin. . Questo è l'ennesimo riflesso della guerra presente anche in un evento così apparentemente lontano come il Festival di Cannes

La protagonista in questione è una donna, la quale è riuscita ad arrivare nuda sul tappeto rosso. (Liberoquotidiano.it)

Se ne è parlato anche su altre testate

La bambina ama immensamente sua madre, ma sua madre ama Marcel più di ogni altra cosa Proprio durante l’anteprima del film di Miller una donna ricoperta di vernice con i colori della bandiera ucraina si è introdotta sul red carpet in segno di protesta. (Il Quotidiano Italiano - Nazionale)

L'attivista aveva dipinta sul petto una bandiera dell’Ucraina e la scritta "Smettete di stuprarci". (afp). Al centro le azioni delle autrici di una campagna di azione particolare: di notte, armate di lenzuola bianche e vernice nera, tappezzano le strade con messaggi di sostegno alle compagne, denunciando il femminicidio (la Repubblica)

È stata un'azione delle femministe del movimento «Les Colleuses». (Corriere del Ticino)

È intervenuta subito la sicurezza del Festival di Cannes 75 e la donna è stata coperta con un giubbino e quindi allontanata dal red carpet – come testimoniano le foto dal backstage scattate dai numeri fotografi presenti all’evento. (Best Movie)

In questa guerra le donne vengono torturate, stuprate uccise“ Sin dall’inizio del conflitto, infatti, uno dei problemi che aggrava la crisi umanitaria in corso è il numero di stupri perpetrati sulle donne ucraine da parte dei soldati. (DireDonna)

di Stefania Ulivi, inviata a Cannes. È accaduto durante la passerella per il film Three Thousand Years of Longing. Una protesta fulminea, a favore del popolo ucraino e delle donne stuprate durante il conflitto, durante il red carpet del film Three Thousand Years of Longing di George Miller. (Corriere della Sera)