Congo: la morte dell'ambasciatore e la sua scorta straccia il velo su una regione piena di tragedie

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ha detto Romeo.

La necessità resta quella di una forte collaborazione fra autorità e popolo per portare pace e stabilità nelle zone orientali del Congo.

"Se non sono i mandanti degli omicidi di ieri e degli altri giorni - conclude -, sono tra i responsabili e quanto meno dovrebbero essere ascoltate come 'persone informate sui fatti'"

Sono a mezz'asta le bandiere delle istituzioni europee a Bruxelles mentre resta forte il sentimento di commozione per l'uccisione dell'ambasciatore italiano nella Repubblica Democratica del Congo Luca Attanasio, vittima di una imboscata a nord di Goma insieme al carabiniere di scorta Vittorio Iacovacci e il loro autista congolese del Pam Mustapha Milambo. (Euronews Italiano)

Ne parlano anche altre fonti

La politica, i media non si occupano di un continente grande e soprattutto ricchissimo, ma le sue ricchezze sono fonte di sfruttamento, affari, speculazioni Difficilmente si scoprirà cosa si nasconde veramente dietro l’agguato teso al convoglio del World Food Programme. (Il Manifesto)

Questa premessa è importante per capire meglio che, quando si parla di Nord Kivu, si parla di un territorio esteso e non omogeneo. Proprio ieri il Baromètre sécuritaire du Kivu ha pubblicato il nuovo report periodico con la mappatura delle milizie presenti nell’est della Rd Congo, nelle quattro province di Nord Kivu, Sud Kivu, Ituri e Tanganika. (Il Fatto Quotidiano)

La tragica morte di Luca Attanasio, l’ambasciatore italiano in Congo morto questa mattina in un attacco nei confronti di un convoglio delle Nazioni Unite nella città di Goma, nel Congo orientale, ha un precedente nella storia del Paese centrafricano. (Il Riformista)

Dopo altri incarichi tra cui uno a Berna, in Svizzera, dal 2017 viene nominato capo missione a Kinshasa, nel Congo. ARMA DEI CARABINIERI. Vittorio Iacovacci. Il militare dell’Arma si era arruolato nel 2016 e ora apparteneva al XIII Reggimento «Friuli Venezia Giulia», con sede a Gorizia. (Aleteia IT)

Lo ha dichiarato del gruppo ribelle che peraltro aveva già negato di aver compiuto un attacco che gli viene comunemente ascritto, quello nell’aprile scorso in cui morino 17 persone tra cui 12 rangers del parco nazionale Virunga. (Gazzetta del Sud)

I contorni dell'agguato restano confusi (TG La7)