Uganda, il Parlamento approva una dura legge anti-gay

La Stampa ESTERI

Il parlamento ugandese ha approvato un'ampia legislazione anti-gay che propone nuove dure pene per le relazioni tra persone dello stesso sesso, al termine di una sessione molto carica e caotica. La presidente del parlamento Annet Anita Among ha commentato che «la legge è stata approvata a tempo di record». Annet Anita Among (reuters) I legislatori hanno emendato parti significative del progetto di legge originale. (La Stampa)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Pena di morte per abuso di bambini e per abuso di persone vulnerabili. Ergastolo in Uganda se dici sono gay. Detenzione per chi omette l’outing: se conosci una persona gay, devi denunciarla. (Gay.it)

A cura di Davide Falcioni L’Uganda introduce l’ergastolo per i gay: pena di morte per chi fa sesso con un minorenne Il Parlamento ugandese ha approvato ieri una legge che propone nuove e severe sanzioni nei confronti degli omosessuali: tra le pene anche morte ed ergastolo. (Fanpage.it)

Che con la nuova legge rischieranno da dieci anni di carcere all’ergastolo, in alcuni casi persino la pena di morte. L'Uganda criminalizza le persone omosessuali. (Sky Tg24 )

È andato ben oltre il disegno di legge presentato nei giorni scorsi al parlamento ugandese per criminalizzare l’omosessualità: il testo di legge adottato ieri sera prevede addirittura la pena di morte, in alcuni casi. (Rivista Africa)

Tutti meno due: l’intero parlamento dell’Uganda ha approvato una legge che prevede ergastolo e pena di morte per le persone omosessuali. Ci aveva già pensato nel 2014, ma allora il provvedimento fu bocciato dalla Corte Costituzionale per «un vizio di forma». (Corriere della Sera)

Lo ha deciso il Parlamento ugandese che, in base al nuovo disegno di legge approvato a larga maggioranza con l'obiettivo di reprimere le minoranze sessuali, introduce nuovi reati penali. Le relazioni omosessuali sono già fuorilegge nel Paese africano, ma da ora in poi sarà illegale per la prima volta anche solo dirsi gay. (la Repubblica)