Frontiere aperte, l'arma spuntata della quarantena: difficile isolare chi arriva da paesi extra Ue

Il Messaggero ESTERI

Dunque, un italiano che torna da Giappone, Corea del Sud o Thailandia, se si ferma a Parigi può girare liberamente, se viene a Roma, deve restare in quarantena.

Non solo: questo vale, almeno fino al 14 luglio, anche per chi torna da nazioni che fanno parte della lista dei famosi 15 paesi virtuosi, stilata dalla Ue.

Sigillate le frontiere della Thailandia e del Brasile (salvo, per quest’ultimo paese, i brasiliani che tornano a casa o loro familiari). (Il Messaggero)

Su altri giornali

Ad assumere la decisione i 27 stati membri con l’aggiunta di altri quattro Paesi che compongono lo spazio Schengen (Islanda, Norvegia, Svizzera e Liechtenstein). I dati per nulla confortanti sulla pandemia e che provengono dal Paese hanno spinto i Paesi Schengen a sigillare i propri confini. (Corriere dell'Umbria)

Il nodo da sciogliere è sicuramente quello riguardante gli Stati Uniti, vista l’importanza cruciale che ricopre dal punto di vista diplomatico. L’alto rappresentante dell’Unione europea, Josep Borell, poche settimane fa che dal primo luglio le frontiere dell’Unione Europea sarebbero state gradualmente riaperte. (Buongiorno Slovacchia)

Possono, in piena trasparenza, eliminare solo progressivamente le restrizioni di viaggio verso i paesi elencati, precisa la nota. Uno Stato membro non dovrebbe decidere di revocare le restrizioni di viaggio per i paesi terzi non elencati prima che ciò venga deciso in modo coordinato. (Gazzetta di Parma)

Il Regno Unito, che continua ad avere un alto numero di contagi, formalmente è ancora considerato un Paese membro in attesa che si compia la Brexit. Ma le autorità prima di concedere l’ok all’ingresso di cinesi vorrebbero che la controparte facesse lo stesso con i cittadini europei. (idealista.it/news)

All’appello mancano Russia, Stati Uniti, Brasile e India, di cui preoccupano ancora i livelli molto alti di contagi. L'Unione europea ha indicato una lista di 18 paesi, considerati sicuri. (Wired Italia)

L’elenco mirava a raggiungere un coordinamento di massima tra partner dell’Unione, ovvero ad evitare l’apertura a paesi palesemente a rischio. L'elenco comprende 15 paesi: Algeria, Australia, Canada, Georgia, Giappone, Montenegro, Marocco, Nuova Zelanda, Ruanda, Serbia, Corea del Sud, Thailandia, Tunisia, Uruguay e la Cina, soggetta alla conferma della reciprocità. (Italia Oggi)