Giustizia, ok del Cdm alla fiducia sulla riforma Cartabia

La Sentinella del Canavese SALUTE

Il Consiglio dei ministri, secondo quanto si apprende, ha votato all'unaniminità l'autorizzazione alla richiesta di fiducia sulla riforma del processo penale.

A chiedere l'autorizzazione direttamente il presidente del Consiglio Mario Draghi.

Qualora ci fossero dei miglioramenti tecnici – e siamo molto disponibili a questo, il ministro Cartabia è molto disponibile – il testo tornerà in consiglio dei ministri. (La Sentinella del Canavese)

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Dal Csm arriva una prima bocciatura della norma sulla improcedibilita’ contenuta nella riforma della prescrizione approvata dal governo. Leggi anche. ► Gratteri: la riforma Cartabia “è uno schiaffo alle vittime”. (Imola Oggi)

Le prime avvisaglie di malcontento dal Consiglio superiore della magistratura nei confronti della ministra della Giustizia erano arrivate già durante la mattinata del 22 luglio. (Open)

«Riteniamo negativo l'impatto della norma - dice il presidente della commissione Fulvio Gigliotti (docente eletto dal Parlamento su indicazione del M5S), perchè comporta l'impossibilità di chiudere un gran numero di processi». (La Stampa)

Ardita: “Ci sono già uffici simili al ministero” – Ma c’è anche un altro motivo: secondo alcuni componenti del Csm la commissione rischia di ledere le prerogative dello stesso Consiglio. Intanto l’iniziativa di creare una commissione solo per gli uffici giudiziari del Mezzogiorno che viene considerata una discriminazione territoriale che viola il principio costituzionale dell’unità giurisdizionale. (Il Fatto Quotidiano)

Rilievi che si sommano a quelli relativi al principio della ragionevolezza che secondo la Commissione – il cui parere dovrebbe essere discusso e votato dal plenum mercoledì prossimo – la riforma Cartabia violerebbe. (LA NOTIZIA)

Il Csm, a suo tempo composto con il “metodo Palamara” è costretto ad aggiustare il tiro e il calendario. Sabato 24 Luglio 2021, 00:45 - Ultimo aggiornamento: 06:43. Anche nel giorno del suo 80esimo compleanno Sergio Mattarella non si è risparmiato e ha infilato un paio di “rampogne”. (ilmessaggero.it)