Usa, balzo delle richieste di sussidi disoccupazione settimanali a oltre 3 milioni

Il Messaggero ECONOMIA

Il maxi stimolo licenziato dal Senato va ad aiutare gli americani e le imprese, sia grandi che piccole.

Il rally dei listini è dettato dagli investitori che guardano al piano di stimoli in dirittura d'arrivo.

E impallidisce anche il record delle 665.000 unità registrato nel marzo del 2009, al picco della crisi finanziaria.

«In pratica è stato spazzato via un anno e mezzo di crescita del mercato del lavoro», aggiungono altri. (Il Messaggero)

Su altri media

Quasi 3,3 milioni di lavoratori hanno fatto richiesta di sussidi di disoccupazione nell'ultima settimana terminata il 21 marzo. Il tasso di disoccupazione, di fronte a simili numeri, potrebbe salire presto oltre il 10% dai minimi record del 3,5 per cento. (Il Sole 24 ORE)

Disoccupati, quali aiuti dopo la Naspi? Disoccupati, sospesi gli obblighi di ricerca di lavoro per i percettori di Naspi: i paradossi del coronavirus. La situazione che si è venuta a creare per via dell’emergenza coronavirus crea una serie di paradossi per i tanti disoccupati che rischiano di trovarsi senza più il sussidio Naspi e senza la possibilità di trovare un nuovo lavoro. (Money.it)

Gli iscritti alle liste di disoccupazione negli Usa nella settimana conclusa lo scorso 12 marzo volano a 3.283.000 di unità, oltre 3 milioni di unità più della precedente settimana, per l'impatto della crisi del coronavirus. (AGI - Agenzia Italia)

Boom delle richieste di sussidio alla disoccupazione negli Stati Uniti con lo scoppio dell’epidemia di coronavirus che ha causato la chiusura di aziende e servizi. Si tratta di livelli mai visti prima, che infrangono il vecchio record di 695mila richieste nel 1982. (Finanzaonline.com)

L’obiettivo per gli Stati Uniti, come per l’Europa, sarà la difesa dei posti di lavoro con ogni mezzo disponibile. (Investire.biz)

Il rapporto fra Equity e Bond pare aver definitivamente abbattuto la linea di sostegno che ha così elegantemente definito la tendenza dell’ultimo decennio. Ma non si può rimanere insensibili davanti all’inversione di tendenza fatta registrare negli Stati Uniti dal rapporto fra mercato azionario (S&P500) e mercato obbligazionario (Treasury Bond). (Yahoo Finanza)