Auto elettriche, ora il suicidio green dell’Ue è davvero servito

Tempi.it ECONOMIA

Secondo stime della stessa Commissione europea, l’obbligo di vendere solo auto elettriche a partire dal 2035 potrebbe causare la perdita di 600 mila posti di lavoro, nel peggiore dei casi, e di 275 mila nel migliore.

Oltre al tema che riguarda le auto elettriche, si è anche discusso dell’estensione del sistema Ets agli edifici residenziali e ai trasporti.

La stessa Commissione europea ha previsto che la misura provocherà «uno shock sulle bollette», come se non bastasse quello che già ora si verifica a causa dell’aumento del prezzo dell’energia. (Tempi.it)

Ne parlano anche altri giornali

La considerano una soluzione imprescindibile, assieme alla mobilità elettrica, per traguardare la decarbonizzazione dei trasporti in modo sostenibile anche sul piano economico, industriale, occupazionale e sociale. (RagusaNews)

Inoltre, gli intervistati pensano che avremo il problema di come smaltire le batterie (84%) Il Consiglio dei Ministri dell'Ambiente dei Paesi Ue ha dato il via libera al blocco delle vendite di auto nuove a benzina e diesel dal 2035. (Adnkronos)

Il Consiglio Ambiente dell’Unione europea ha deciso in definitiva per lo stop delle auto a benzina e diesel dal 2035. Una notizia che però lascia ancora molti dubbi non solo per i possessori di auto a motore, ma anche per i posti di lavoro. (InvestireOggi.it)

In Italia ci sono novità su questo fronte, e in particolare sulla Gigafactory di Termoli, lo stabilimento voluto da Automotive Cells Company, società che coinvolge Stellantis, Mercedes e Total Energy, destinato a diventare il terzo polo europeo di produzione di batterie, dopo i siti di Francia e Germania. (Radio 24)

Al contrario, i favorevoli pensano che solo con interventi decisi si potrà promuovere il passaggio verso una mobilità più green, ma per il momento rappresentano la netta minoranza Inoltre, gli intervistati pensano che avremo il problema di come smaltire le batterie (84%). (Today.it)

I governi nazionali sono molto sensibili agli elettori e sentono che il vento è cambiato. Emissioni che oggi aumentano di oltre 1 punto ogni tre anni, a causa soprattutto a Cina e India (ilGiornale.it)