La retromarcia di Toyota sulle Olimpiadi

Ticinonline SPORT

Alla cerimonia d'apertura di venerdì non prenderanno parte né il presidente di Toyota né gli altri alti dirigenti della compagnia.

Toyota ha deciso di non mandare in onda gli spot televisivi legati alle Olimpiadi di Tokyo.

Una mossa clamorosa per quella che è una delle più grandi case automobilistiche giapponesi, ma soprattutto uno dei principali sponsor dei Giochi che stanno per cominciare.

Toyota aveva firmato l'accordo di sponsorizzazione del valore stimato in quasi un miliardo di dollari (circa 920 milioni di franchi svizzeri) in tempi non sospetti, nel lontano 2015

«Sta diventando un'Olimpiade in cui molte cose non vengono comprese», ha dichiarato il Chief Communications Officer di Toyota Jun Nagata davanti ai media. (Ticinonline)

Su altri giornali

Dopo che ieri sono stati confermati i primi casi di positività all’interno del villaggio olimpico, e mentre crescono le proteste e il malcontento della popolazione giapponese per lo svolgimento dell’evento, oggi la Toyota ha annunciato che non intende trasmettere video pubblicitari in Giappone durante i Giochi. (Open)

Per la Toyota GT86 bisogna sborsare ben 39.000 euro e per il fantastico motore Ferrari oltre 58.000 euro, che sommati ad altri 15.000 euro di componenti per finalizzare il progetto portano la spesa totale oltre i 110.000 euro. (QuattroMania)

La decisione del colosso automobilistico è stata confermata dal portavoce della Toyota Shino Yamada , dopo essere stata anticipata dall’agenzia nipponica Kyodo News. 2' di lettura. Toyota ha deciso che non trasmetterà pubblicità televisive in Giappone durante le Olimpiadi. (Il Sole 24 ORE)

Il capo della comunicazione della casa auto nipponica, Jun Nagata, ha spiegato che erano stati prodotti una serie di filmati contenenti diversi messaggi coi principali atleti sportivi, e «il cui scopo adesso ha assunto un diverso significato». (La Stampa)

L’ostilità dei giapponesi è così accesa che alcuni grandi marchi stanno già correndo ai ripari. L’opinione pubblica del Paese è fortemente preoccupata dai potenziali effetti sanitari che potrebbero scaturire da Tokyo 2020, nonostante l’assenza dei tifosi stranieri e la disputa dei giochi a porte chiuse. (Calcio e Finanza)

Parliamo di una joint venture in cui la casa automobilistica nipponica detiene il 51% delle quote mentre Panasonic il 49%. joint venture nata lo scorso anno tra Toyota e Panasonic, ha come obiettivo di ridurre i costi dell’intero ciclo produttivo delle batterie, cosi da poter arrivare ad ottenere prezzi decisamente più bassi sul mercato. (Tom's Hardware Italia)