Arezzo, muore a 69 anni due giorni dopo la prima dose di vaccino: aperta inchiesta, eseguita l'autopsia

Corriere di Arezzo ECONOMIA

Luca Serafini 05 maggio 2021 a. a. a. E’ morto a 69 anni due giorni dopo aver ricevuto la prima dose di vaccino Pfizer.

Successivamente ha accusato i disturbi: tremore in tutto il corpo, fino a quando la situazione è precipitata nella notte tra giovedì e venerdì con il decesso avvenuto il 30 aprile.

Per la prima dose, sono in tutto 80.666 i cittadini che si sono sottoposti all'inoculazione: 47.677 hanno ricevuto il Pfizer, 26.749 l'AstraZeneca, 975 il Johnson & Johnson e 5.265 il Moderna

Il 69enne prima dell’iniezione non sembra fosse in cattive condizioni di salute e la situazione generale non era in conflitto con la vaccinazione. (Corriere di Arezzo)

Su altri giornali

I possibili effetti collaterali nella fascia 12-15 anni ha precisato, "sono sovrapponibili a quelli della fascia 16-25 anni, febbre dolore al sito di iniezione, dolori articolari" Il vaccino Pfizer per i ragazzi "è esattamente lo stesso di quello somministrato in fasce di età più alta. (Giornale di Sicilia)

CONTINUA A LEGGERE E, proprio sulla base di questo, gli esperti raccomanderebbero un prolungamento nella somministrazione della seconda dose. (Zoom24.it)

I familiari hanno presentato un esposto e si è mossa la magistratura con un fascicolo aperto dal sostituto procuratore Julia Maggiore Bisognerà infatti capire se il decesso è dovuto ad una reazione avversa alla somministrazione o ad altra origine. (Valdarno24)

La stessa azienda Pfizer aveva già annunciato, qualche tempo fa, l’inizio degli studi sull’efficacia del suo vaccino Covid sui più giovani. Dopo il caos AstraZeneca si o no per over 65 o meno, per i più giovani si prospetta l’alternativa Pfizer. (La Luce di Maria)

«Finora abbiamo immunizzato da qualche parte circa 600 bambini», ha detto mercoledì Boaz Lev, capo della task force sui vaccini. unque è lecito prevedere che a giugno anche i ragazzi potranno accedere alla campagna di profilassi anti Covid. (ilmessaggero.it)

Un cambio di protocolli che però, assicura il Cts, non ha alcuna conseguenza dal punto di vista sanitario. A raccomandarlo è il Comitato tecnico scientifico in un parere allegato all’ultima circolare del ministero della Salute a firma Gianni Rezza. (Il Fatto Quotidiano)