Prošek e non solo, il Prosecco nella top ten dei vini più imitati

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VicenzaToday INTERNO

È una vergogna assoluta, se rinunciamo al nome della denominazione più grande al mondo".

Il Prosecco ha avutgo un incremento delle vendite oltre confine vertiginoso negli ultimi anni che ne consolidano la leadership a livello mondiale in termini di volumi esportati davanti a Champagne e Cava.

La produzione di Prosecco abbraccia due regioni (Veneto e Friuli Venezia Giulia), nove province e tre denominazioni d’origine (Prosecco Doc, Prosecco di Conegliano Valdobbiadene Docg e Asolo Prosecco Docg) per una produzione complessiva che ha superato – conclude la Coldiretti – 600 milioni di bottiglie dopo aver incassato nel 2019 il riconoscimento Unesco per le Colline del Prosecco

Mentre Luca Zaia annuncia di essere pronto a una super causa contro i Croati per la denominazione registrata dalla Ue, la Coldiretti segnala: "È la punta dell’iceberg dell’attacco alle bollicine più famose del mondo". (VicenzaToday)

Se ne è parlato anche su altri media

Quella che è già stata definita “la guerra delle bollicine tra l’italiano Prosecco e il croato Prošek” aggiunge un nuovo tassello alla vicenda: la denominazione del vino croato Prošek è ammissibile. A questa interrogazione ne seguì un’altra a firma degli europarlamentari dell’Intergruppo Vino (25, tra cui Alessandra Moretti e Rosanna Conte) (La Tribuna di Treviso)

A nulla valgono le rassicurazioni della Commissione- continua Borgonzoni- secondo cui il 'prosek croato' non avrebbe nulla in comune con il nostro Prosecco. Sul punto è intervenuto oggi anche il presidente della regione Veneto, Luca Zaia, per il quale "il Prosek è una vergogna assoluta" (Adnkronos)

Eppure Bruxelles non ci sente e giudica conforme “ai requisiti di ammissibilità e validità” la “domanda di protezione della menzione tradizionale Prosek presentata dalla Croazia”. Dunque, afferma il commissario all’Agricoltura Janusz Wojciechowski, “procederà ora alla sua pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea” (La voce di Rovigo)

Chiediamo al ministro Patuanelli che già domani 16 settembre, nel corso del G20 Agricoltura a Firenze, indichi quali procedure d’urgenza verranno disposte per tutelare la denominazione Prosecco e contestualmente il territorio di produzione». (TrevisoToday)

La “battaglia” del Prosecco tra Italia e Croazia va avanti: secondo la corte non è necessario che il prodotto contestato sia simile o identico a quello protetto dalla denominazione, in quanto l’esistenza del nesso tra il falso e l’autentico può derivare anche da un’affinità fonetica oppure visiva. (inItalia)

Lo ha reso noto l'assessore regionale alle Risorse agroalimentari del Friuli Venezia Giulia Stefano Zannier ricordando che solo lo Stato membro dell'Unione europea portatore di interesse, in questo caso l'Italia, può opporsi al riconoscimento della denominazione per il vino bianco passito croato. (Il Friuli)