Istat: a febbraio 945mila occupati in meno di un anno fa

Notizie - MSN Italia INTERNO

Sempre a febbraio il tasso di disoccupazione scende al 10,2% (-0,1 punti) e tra i giovani al 31,6% (-1,2 punti).

S'interrompe, così, il trend negativo che, tra settembre 2020 e gennaio 2021, ha portato alla perdita di oltre di 410 mila occupati.

È la stima provvisoria diffusa dall'Istat: a febbraio 2021 si sono registrati 945mila occupati in meno rispetto allo stesso mese del 2020.

Il tasso di occupazione scende, in un anno, di 2,2 punti percentuali, quello di disoccupazione è più alto di 0,5 punti

Video: Istat: a febbraio disoccupazione al 10,2% (Mediaset). (Notizie - MSN Italia)

Se ne è parlato anche su altri media

Gli alimentari e il farmaceutico sono stati gli unici settori a registrare incrementi di valore aggiunto (+2 e +3,5% rispettivamente). Le imprese italiane hanno potuto difendere la propria posizione sui mercati internazionali grazie a una presenza su mercati più dinamici (effetto struttura geografica) e a fattori di prezzo e di qualità (effetto competitività) (Servizio Informazione Religiosa)

Milano, 8 apr. (LaPresse)

(ITALPRESS) – A livello d’impresa l’eterogeneità degli effetti prodotti della crisi è massima. Queste imprese sono numerose nei settori a basso contenuto tecnologico e di conoscenza. (BlogSicilia.it)

Il crollo riguarda tutte le classi di età, statisticamente in maniera maggiore gli uomini (-533 mila) e minore le donne (-412 mila). Queste ultime sono tuttavia meno occupate e, dunque, la disoccupazione e l’inoccupazione è superiore. (Il Manifesto)

Secondo la nuova metodologia, la durata dell’assenza dal lavoro inferiore a 3 mesi diviene il criterio prevalente per definire la condizione di occupato. Parallelamente sono cresciuti i disoccupati (+21 mila) e, soprattutto, gli inattivi, di oltre 700 mila unità: la profondità della crisi e i provvedimenti restrittivi hanno scoraggiato la ricerca di lavoro. (Il Giornale delle PMI)

Nel comparto industriale risaltano le difficoltà della filiera della moda: abbigliamento (oltre 50%), pelli (44%), tessile (35%).Il report rileva inoltre che chi opera sui"Forme di internazionalizzazione avanzate (esportazione su scala globale, appartenenza a gruppi multinazionali) si associano a minori rischi di chiusura, problemi di liquidità, di domanda o di approvvigionamento. (Borsa Italiana)