Lavoro, in un anno 945mila posti in meno

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Brescia Oggi INTERNO

Parallelamente sono cresciuti i disoccupati (+21 mila) e, soprattutto, gli inattivi, di oltre 700mila unità.

Lavoro in chiaro-scuro, molto scuro e poco chiari, secondo la rilevazione sull'occupazione diffusa questa mattina dall'Istat.

In un anno (febbraio 2021 rispetto a febbraio 2020) la diminuzione degli occupati – pari a 945 mila unità – ha riguardato uomini, donne, lavoratori dipendenti, autonomi e tutte le classi d’età. (Brescia Oggi)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Il crollo riguarda tutte le classi di età, statisticamente in maniera maggiore gli uomini (-533 mila) e minore le donne (-412 mila). Nel primo anno della pandemia, tra febbraio 2020 e febbraio 2021, in Italia sono stati perso 945 mila occupati, di cui 277 mila nell'ultimo trimestre. (Il Manifesto)

La crisi ha colpito soprattutto le imprese di(risulta a rischio oltre un terzo di quelle con 3-9 addetti) e si è manifestata prevalentemente attraverso un crollo della. (Borsa Italiana)

Milano, 8 apr. (LaPresse)

Una “mappa della solidità” delle imprese indica che circa il 45% di esse è strutturalmente a rischio: esposte a una crisi esogena, subirebbero conseguenze tali da metterne a repentaglio l’operatività. All’opposto, solo l’11% risulta solido, ma spiega quasi la metà dell’occupazione e oltre due terzi del valore aggiunto complessivi (BlogSicilia.it)

Secondo la nuova metodologia, la durata dell’assenza dal lavoro inferiore a 3 mesi diviene il criterio prevalente per definire la condizione di occupato. Parallelamente sono cresciuti i disoccupati (+21 mila) e, soprattutto, gli inattivi, di oltre 700 mila unità: la profondità della crisi e i provvedimenti restrittivi hanno scoraggiato la ricerca di lavoro. (Il Giornale delle PMI)

Gli alimentari e il farmaceutico sono stati gli unici settori a registrare incrementi di valore aggiunto (+2 e +3,5% rispettivamente). Le imprese italiane hanno potuto difendere la propria posizione sui mercati internazionali grazie a una presenza su mercati più dinamici (effetto struttura geografica) e a fattori di prezzo e di qualità (effetto competitività) (Servizio Informazione Religiosa)