Italia: tasso di disoccupazione in lieve calo: 10,2% a febbraio

L'Occhio INTERNO

Disoccupazione stabile anche nell’Eurozona. Stabile anche il tasso di disoccupazione di febbraio nell’Eurozona era dell’8,3% e in aumento dal 7,3% nel febbraio 2020.

Rispetto a febbraio 2020, la disoccupazione è aumentata di 1,922 milioni di unità nell’UE e di 1,507 milioni nell’area dell’euro

Stabile su base mensile anche il tasso di disoccupazione dell’UE, al 7,5% nel febbraio 2021.

Tasso di disoccupazione in lieve calo in Italia (L'Occhio)

Su altre fonti

Un dato drammatico che rende del tutto insignificante il fatto che l'occupazione nei primi due mesi del 2021 sia rimasta sostanzialmente stabile. Nel primo anno della pandemia, tra febbraio 2020 e febbraio 2021, in Italia sono stati perso 945 mila occupati, di cui 277 mila nell'ultimo trimestre. (Il Manifesto)

All’opposto, solo l’11% risulta solido, ma spiega quasi la metà dell’occupazione e oltre due terzi del valore aggiunto complessivi Una “mappa della solidità” delle imprese indica che circa il 45% di esse è strutturalmente a rischio: esposte a una crisi esogena, subirebbero conseguenze tali da metterne a repentaglio l’operatività. (BlogSicilia.it)

Milano, 8 apr. (LaPresse)

Le imprese italiane hanno potuto difendere la propria posizione sui mercati internazionali grazie a una presenza su mercati più dinamici (effetto struttura geografica) e a fattori di prezzo e di qualità (effetto competitività) Gli alimentari e il farmaceutico sono stati gli unici settori a registrare incrementi di valore aggiunto (+2 e +3,5% rispettivamente). (Servizio Informazione Religiosa)

tendenziale in punti percentuali, dati destagionalizzati – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat. DINAMICA OCCUPAZIONE INDIPENDENTE: 2005-2021. Gennaio 2005-febbraio 2021, var. Secondo la nuova metodologia, la durata dell’assenza dal lavoro inferiore a 3 mesi diviene il criterio prevalente per definire la condizione di occupato. (Il Giornale delle PMI)

Nel comparto industriale risaltano le difficoltà della filiera della moda: abbigliamento (oltre 50%), pelli (44%), tessile (35%).Il report rileva inoltre che chi opera sui"Forme di internazionalizzazione avanzate (esportazione su scala globale, appartenenza a gruppi multinazionali) si associano a minori rischi di chiusura, problemi di liquidità, di domanda o di approvvigionamento. (Borsa Italiana)