La frase di Leclerc che scuote la Ferrari a Baku

Corriere dello Sport.it SPORT

Signori, non c’è trucco, non c’è inganno.

Nello show della Formula 1 , laddove i segreti dei team e i racconti sul perché dei risultati delle monoposto sono spesso interpretabili, quando non criptici, la Ferrari a Baku ha giocato a carte scoperte.

Per questo la raccolta dei 16 punti sul campo azero (12 per il team di Woking.) soddisfa la Rossa.

Se guardiamo la situazione generale, stiamo facendo passi avanti, non dobbiamo scoraggiarci quando per noi la gara è più difficile che per le altre»

Ho visto un’opportunità e ho provato, ma non è andata a buon fine, un po’ di prudenza c’è stata. (Corriere dello Sport.it)

Se ne è parlato anche su altri giornali

I punti tra i due rimangono 4 a favore di Verstappen ma ad allungare è stata la Red Bull sulla Mercedes, a più 26 La sfida mondiale è viva, soprattutto dopo un fine settimana in cui l’incontro tra Max e Lewis è finito 0-0. (Sky Sport)

E’ lo stesso manager a indicare gli aspetti positivi della tre giorni in Azerbaigian: “Oltre alla seconda pole della stagione, c’è il terzo posto nella classifica costruttori“ La pole di Leclerc a Baku ha ingolosito la Rossa che ha chiuso la gara però fuori dal podio. (AutoMotoriNews)

formula 1. Dopo la seconda pole consecutiva, la Rossa ha ceduto sul passo gara. A due settimane dal weekend di Montecarlo, anche a Baku, in Azerbaijan, va in scena un fine settimana dai mille volti per la Ferrari (TIMgate)

Il sorpasso sulla McLaren per il terzo posto è compiuto, ma il folle Gp azero ridimensiona i progressi della Rossa. La pole e il terzo posto sono basi di partenza: la vettura migliora, ma dobbiamo anche essere perfetti e non lo siamo stati». (FormulaPassion.it)

Gara simile ma macchiata anche da un errore quella di Carlos Sainz che raccoglie una mesta ottava posizione. Leclerc si deve accontentare del 4° posto, una amara medaglia di legno, se si pensa alla sua posizione di partenza (Circus Formula 1)

Per un momento aveva anche sopravanzato Norris a inizio gara, poi l’inglese ha trovato il ritmo: l’australiano ancora no. E la situazione si fa più difficile, anche psicologicamente, gara dopo gara (Automoto.it)