Pd, Franceschini scarica Schlein: "Io non firmo"

Pd, Franceschini scarica Schlein: Io non firmo
Liberoquotidiano.it INTERNO

Un primo, fragoroso strappo nel cuore del Pd: non resterà senza (gravi) conseguenze politiche la decisione della segretaria Elly Schlein di baciare la pantofola a Maurizio Landini e appoggiare il referendum della Cgil contro il Jobs Act. Come riporta Maria Teresa Meli nel suo retroscena, Dario Franceschini ha comunicato al Corriere della Sera, il suo passo indietro: "No, non firmerò". E se si muove l'ex ministro della Cultura considerato da molti l'eminenza grigia del Nazareno, difficile che il suo resti un caso isolato. (Liberoquotidiano.it)

Se ne è parlato anche su altri media

Le due mosse rivelano come la sinistra italiana, quella partitica e quella sindacale, preferisca abbandonarsi a una sorta di passatismo crepuscolare, trovare rifugio nel piccolo mondo antico che illusoriamente possa metterla al riparo dagli epocali stravolgimenti tecnologici e sociali del nuovo millennio che trovano principale sfogo nel mondo del lavoro. (L'HuffPost)

Sono passati quasi dieci anni da quando Matteo Renzi, allora premier e segretario di un Pd primo partito d’Italia, rompeva l’ultimo tabù della sinistra e approvava, ovviamente con il voto favorevole dei parlamentari dem a parte qualche mugugno nella sinistra bersaniana, il Jobs act (Il Sole 24 ORE)

I quesiti sono quattro. I primi due sui licenziamenti, uno sul superamento del contratto a tutele crescenti e l’altro sull’indennizzo nelle piccole imprese, previsti dal Jobs act. Il terzo riguarda invece la reintroduzione delle causali per i contratti a termine, in questo caso il riferimento legislativo è ad una delega del Jobs act, ma anche alla norma introdotta dal governo Meloni che lascia alle parti individuali la possibilità di indicare esigenze di natura tecnica, organizzativa o produttiva. (CittaDellaSpezia)

Jobs act, a furia di svolte il Pd è sempre lo stesso: solo gli elettori sono molti meno di allora | Corriere TV

Una firma che giudica "coerente" con la storia politica della segretaria, come le riconosce Giorgio Gori, e in (Secolo d'Italia)

Ma anche i candidati. L'economia e il lavoro, innanzitutto. (ilGiornale.it)

Antonio Polito riprende una frase detta al Corriere da Marianna Madia, ex ministra del governo Renzi che dieci anni fa varò il Jobs act: «Una segretaria che firma un referendum contro una riforma del suo stesso partito e dice che lo fa a titolo personale, e lo fa una settimana dopo Conte e Fratoianni, cosa sembra?». (Corriere TV)