LinkedIN aiuta i genitori in smart working

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LinkedIN e smart working: una macchia sul curriculum?

Redazione Webnews,. La pandemia che attanaglia il mondo ormai da oltre un anno, hanno reso lo smart working una pratica assai diffusa.

Le nuove definizioni per chi lavora da casa. A breve, il social network di proprietà di Microsoft renderà disponibili nuove definizioni per aggiornare il profilo.

Dicendo di essere in smart working per scelta, infatti, si potrebbe essere più appetibili per quelle realtà che non cercano dipendenti “da ufficio” insomma, bensì gente da assumere in “telelavoro”. (Webnews.it)

Su altri media

leggi anche Smart working: diritto alla disconnessione per i genitori con figli in Dad. Smart working e diritto alla disconnessione: cosa chiede la Risoluzione UE. Di smart working e diritto alla disconnessione potremmo sentirne parlare a lungo specie dopo l’approvazione della Risoluzione da parte del Parlamento europeo a gennaio di cui abbiamo detto (Money.it)

Covid, lo stato di emergenza finirà il 30 aprile: lo smart working va verso la proroga. Senza la proroga, infatti, ogni impresa sarebbe costretta a convocare ogni singolo lavoratore in smart working per fargli firmare accordi individuali. (QuiFinanza)

Intanto si avvicina la deadline della procedura semplificata per il ricorso allo smart working, a fine aprile. “Il lavoro- dichiara- deve essere sempre più agile è sempre più pronto al cambiamento con elevate competenze tecniche ma anche trasversali (CorCom)

In un Paese in cui si confonde lo smart working con il vecchio telelavoro è fondamentale imboccare le strade virtuose del nuovo lavoro, altrimenti i benefici per lavoratrici e lavoratori e imprese tarderanno ad arrivare. (Il Sole 24 ORE)

Hanno infatti la possibilità di ricorrere allo strumento dello smart working per tutti i giorni lavorativi, decidendo in giornata se recarsi in ufficio o lavorare da remoto. Smart working sì ma a discrezione del lavoratore. (Corriere della Sera)

Una gestione basata sulle performance e focalizzata sui risultati e non sulla presenza in sede. Un approccio che, inoltre, non trascura la necessità di garantire la netta separazione tra vita privata e lavorativa e che, dunque, regola nell’accordo il “diritto alla disconnessione”, non definito sulla base di orari ma sulla base della responsabilità individuale. (CorCom)