Di Battista: "Non perdono Brusca e Riina, ma legge su pentiti va difesa"

Adnkronos INTERNO

Non perdono ma difendo la legge sui pentiti".

"Io non perdono Brusca, non perdono Riina, non perdono Provenzano, non perdono chi ha trattato con la mafia dopo Capaci accelerando l'assassinio di Borsellino.

Lo scrive in un intervento sul "Fatto Quotidiano", l'ex deputato del M5sSAlessandro Di Battista, commentando la scarcerazione del boss Giovanni Brusca.

"La riforma della legge sui pentiti era una delle richieste che Cosa nostra avanzò durante la trattativa

"Sono immorali le scarcerazioni dei boss pentiti?

(Adnkronos)

Su altri giornali

Un suo diritto, certo, ma ci si aspettava un contributo diverso” ha segnalato Fici nella propria requisitoria. All’udienza era presente il boss pentito Giovanni Brusca, che ha partecipato da uomo libero dopo la recente scarcerazione per fine pena (LA NOTIZIA)

Al dibattimento era imputato anche Massimo Ciancimino, figlio dell’ex sindaco mafioso Vito Ciancimino. AGGIORNAMENTO – Al termine della requisitoria la Procura generale di Palermo ha chiesto alla corte d’assise d’appello di confermare le condanne inflitte in primo grado a boss, ex carabinieri e politici imputati di minaccia a Corpo politico dello Stato al processo sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia. (Livesicilia.it)

All’udienza di oggi del procedimento d’appello sul patto che pezzi dello Stato avrebbero stretto con Cosa nostra negli anni delle stragi mafiose dovrebbe concludersi la requisitoria dei procuratori generali Giuseppe Fici e Sergio Barbiera. (Grandangolo Agrigento)

Dall’altro, si processano alcuni esponenti delle istituzioni che avrebbero veicolato verso altri pezzi dello Stato le richieste dei boss al fine di pervenire ad un accordo tra lo Stato stesso (che alleggerì il carcere duro) e “Cosa Nostra” che non proseguì nel suo progetto stragista. (Live Sicilia)

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All’imbrunire il corteo di auto sulle quali sono stati divisi Giovanni Brusca, suo fratello Enzo e uno dei favoreggiatori, arrestati nell’Agrigentino, parte a forte velocità in direzione di Palermo. È il 2013 e Giovanni Brusca piange di fronte alla corte d’Assise di Caltanissetta (L'Espresso)