Strage Usa, i numeri non mentono: vietare le armi non serve

Nicola Porro ESTERI

Non solo: la sparatoria più sanguinosa della storia, con oltre cinquanta persone uccise, è avvenuta nella sicura Las Vegas.

Rico sviscera un altro dato rilevante: in otto delle dieci metropoli americane con più omicidi, la popolazione prevalente è quella afroamericana.

Da una parte, i tre picchi storici nell’acquisto di armi da fuoco sono stati raggiunti nei due mandati presidenziali del Nobel per la pace Obama. (Nicola Porro)

Ne parlano anche altri media

Il diritto è invece l’universo in cui si iscrive (e forse si illude) la società umana che pensa di poter garantire, attraverso la razionalità delle norme, la propria sopravvivenza Da una parte «il male», dall’altra «il diritto». (La Stampa)

Non c’è un torto da vendicare, non il fantasma di una nazione da resuscitare: c’è la morte, solo la morte da celebrare, in un giorno qualunque. Queste stragi di bambini negli Stati Uniti (più di 45mila morti all’anno per armi da fuoco!) (la Repubblica)

Io, che sono sacerdote oltre ad insegnare, ho offerto la messa quotidiana per le vittime (e anche per l'aggressore, perché' così Gesù ci ha insegnato) e le loro famiglie. Gli Stati Uniti hanno un articolo della Costituzione (il secondo, appena dopo la lista delle principali libertà personali e collettive) che sancisce il diritto a detenere armi. (Corriere della Sera)

C’è il lavoro costante della National Rifle Association (NRA) per promuovere il possesso di armi per via legislativa e come aspetto fondante dell’identità americana. Il numero di armi in mano a civili è oggi 120 per ogni 100 abitanti, nel 2011 erano 88. (Valigia Blu)

La frase è definitiva ma non deve ingannare, la questione delle armi nella società civile americana è una faccenda molto complessa che affonda le sue radici lontano nel tempo. Ma se un giorno un delinquente entrerà nella tua casa pregherai Dio che qualcuno armato arrivi il più presto possibile”. (Panorama)

Il blog/forum Italians, da cui questa rubrica prende il nome, ha quasi 24 anni. Ho appena conosciuto la dirigente di una grande azienda farmaceutica, che frequentava Italians a diciassette anni, quand'era studentessa negli Stati Uniti. (Corriere della Sera)