«Siete spazzatura», botte e cibo scarso: così le obbligavano a prostituirsi

Corriere della Sera INTERNO

Le ragazze vivevano in un tugurio e sfamate solo lo stretto necessario, con patate.

Cibo scarso, perlopiù patate Le ragazze ricevevano cibo scarso, perlopiù patate.

Tra gli arrestati: Emil Milanov, di 49 anni, Milena Milanova, di 31, Maria «Zina» Kozarova, di 27, e Massimo Corrado, di 33

E le sfamavano lo stretto necessario per farle sopravvivere, magari solo con patate.

Picchiata anche una giovane disabile, anche lei costretta a vendersi e a fare pulizie in casa del capobanda. (Corriere della Sera)

Ne parlano anche altre fonti

Catania - Otto persone finite in manette - Le giovani vivevano in abitazioni fatiscenti, senza documenti e con pochissimo cibo. Condividi la notizia:. . . . . . Catania – Compravano ragazze dalla Bulgaria al costo di poco più di 6mila euro ciascuna e poi, una volta arrivate in Italia, le costringevano a prostituirsi, riducendole in schiavitù. (Tuscia Web)

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“La ragazza – è spiegato dalla Dda – era maltrattata dall’intero sodalizio, che, approfittando dell’estrema vulnerabilità, dovuta alla sua condizione di donna, straniera e affetta da un grave e limitante handicap”. (BlogSicilia.it)

Le vittime della tratta erano costrette a prostituirsi anche per 10 ore al giorno e se rifiutavano, venivano picchiate e seviziate Gli arresti. Gli arrestati sono 9 persone, tutte con l’accusa di riduzione in schiavitù e associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione; reati aggravati dalla transnazionalità. (Fidelity News)

I provvedimenti sono stati eseguiti dalla polizia e riguardano il 42enne Emil Milanov , la 31enne Milena Milanova , detta Miriam; Maria Kozarova , 27enne detta Zina e la 43enne Elena Angelova . Otto arresti e un obbligo di dimora. (MeridioNews - Edizione Catania)

Un altro soggetto, di origine bulgara, indagato per i medesimi reati e destinatario della misura cautelare in carcere, risulta al momento irreperibile ed é attivamente ricercato. L’operazione é stata denominata “Bokluk” – spazzatura in lingua bulgara – perché gli indagati erano soliti apostrofare con tale espressione le donne sottoposte al loro dominio (CataniaNews.it)