Formigine, 25 aprile: ancora una agiografia della resistenza - Parola d Autore - LaPressa.it

Formigine, 25 aprile: ancora una agiografia della resistenza - Parola d Autore - LaPressa.it
La Pressa INTERNO

Ho partecipato alla commemorazione che si è tenuta a Formigine. Il mio intento era di rendere omaggio a quanti avevano contribuito, quasi ottant'anni fa, a riportare libertà e sovranità sul territorio italiano occupato dai tedeschi e a rischio di occupazione slava al confine orientale. Non solo i partigiani delle formazioni comuniste tanto care all'ANPI, ma anche i partigiani cristiani, quelli liberali, anticomunisti, monarchici (tra i quali la medaglia d'oro Edgardo Sogno), senza tralasciare l'importante contributo dato dal Regio Esercito che si era ricostituito a Brindisi e aveva avuto il battesimo del fuoco nella battaglia di Montelungo. (La Pressa)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Nessun tricolore sventolava per le strade di Milano e, se c'erano, erano talmente poche da non notarsi nel mare di bandiere dello Stato mediorientale (ilGiornale.it)

Resistenza, resistenza, ora e sempre. Fiumi di retorica per il 25 aprile. Vorremmo fare un grande sonno e risvegliarci il 2 maggio. Leggete il direttore della Stampa Malagutti e capite cosa intendo. Condannato a 23 anni Cospito, l’eroe della sinistra. (Nicola Porro)

Tra posizioni antisioniste, referendum sul Jobs Act, attacchi alla Nato, rievocazione delle fogne, quello che è andato in scena ieri rappresenta il peggior campionario della sinistra italiana. (ilGiornale.it)

La resistenza palestinese non è quella partigiana

In un simile contesto anche questo editoriale non ha alcun senso, poiché pochissimi lo leggeranno e qualcuno, forse, lo commenterà accontentandosi delle tre righe della didascalia (che, peraltro, non sceglierò io). (Primocanale)

Opera scritta, musicata e accompagnata dalla zelante propaganda dei gazzettieri e dei salonisti del libro. La sinistra ha distrutto il significato del 25 aprile. (Liberoquotidiano.it)

Ieri in tutta Italia è andato in scena il Coachella dei ProPalestina, dei movimenti transfemministi, dei movimenti per il clima, dei maranza in Duomo, di quelli che urlano al megafono l’augurio che qualcuna venga stuprata «come il 7 ottobre», degli intellettuali col monologo, di quelli con la campagna elettorale personale da portare avanti, di quelli che «bellissima piazza» quando dall’altro lato della strada urlavano «assassini». (La Stampa)