La strada giusta per il dopo di un’Italia che sa resistere | Carlo Verdelli

Corriere della Sera INTERNO

Quando la sentinella Mattarella dice «sono fiero del mio Paese», guarda allo straziante «prima» ma indica anche una strada, e un desiderio, per il «dopo» che ci sta aspettando.

Pochi accadimenti nella storia recente hanno segnato così nettamente un prima e un dopo.

Resistere al male, quale esso sia, da ovunque provenga, dalle viscere della natura come da una brutalità della Storia.

Ritrovare nel momento cruciale di passaggio dal «prima» al «dopo» il vero volto della Repubblica, cioè il perseguimento del bene come bene di tutti. (Corriere della Sera)

La notizia riportata su altri media

Sito internet: https://www.rtl.it. Facebook: https://www.facebook.com/RTL102.5/. Published on Jun 2, 2020. Davide Giacalone, ha commentato: Le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: Dividersi è inaccettabile. (RTL 102.5)

La pubblicità, in un periodo in cui l'economia è ferma, offre dei ricavi limitati. In queste settimane di pandemia noi giornalisti, se facciamo con coscienza il nostro lavoro, svolgiamo un servizio pubblico. (Il Fatto Quotidiano)

Il presidente della Repubblica in occasione del "Concerto dedicato alle vittime del coronavirus" - Ansa /CorriereTv. "Questo giorno interpella tutti coloro che hanno una responsabilità istituzionale - a partire da me naturalmente - circa il dovere di essere all'altezza di quel dolore, di quella speranza, di quel bisogno di fiducia". (Corriere TV)

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E ancora: "Qui nella casa comunale di Codogno oggi, come poche ore fa a Roma all'Altare della Patria, è presente l'Italia della solidarietà, della civiltà, del coraggio. Così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio ai Prefetti d'Italia, in occasione della Festa della Repubblica. (QUOTIDIANO.NET)

Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha concluso il suo discorso alla Nazione in occasione del concerto al Quirinale per la Festa della Repubblica. "La nascita della Repubblica, nel 1946, segnava anch'essa un nuovo inizio. (La Repubblica)