Terremoto. La ferita di Aleppo

Comunione e Liberazione ESTERI

La ferita di Aleppo Uno dei più devastanti terremoti che la storia mediorientale ricordi. Migliaia di morti e feriti, in una zona già provata da anni di guerra. Eppure «qualcuno sa già da dove si può ripartire» Maria Acqua Simi Mariam è di Aleppo. È a letto quando nel cuore della notte la terra inizia a tremare. «Le pareti oscillavano. Dalle crepe che si sono formate si poteva vedere fuori. Io e mio marito Nerwan abbiamo preso le nostre figlie e siamo scappati verso il convento». (Comunione e Liberazione)

Su altri media

Seoul ha inviato una squadra di soccorso composta da 110 soccorritori e forniture mediche (LaPresse)

Una corsa contro il tempo. Mentre si susseguono le scosse di assestamento, diverse centinaia da ieri, nel rigido inverno dell'area colpita ogni minuto può essere vitale per riuscire a soccorrere i cittadini intrappolati tra le macerie. (L'HuffPost)

Roma, 8 feb. (LaPresse) – E’ di oltre 8mila morti l’ultimo bilancio del terremoto che ha colpito la zona di confine fra Turchia e Siria. (LaPresse)

Nel Paese è infatti in corso una guerra civile che dura da 12 anni e ha prodotto 300mila morti, 10 milioni di profughi e una povertà devastante che colpisce l’80% della popolazione, con diverse aree – oggi sferzate dal maltempo invernale – carenti di infrastrutture energetiche e con difficile accesso all’acqua potabile. (Banca Etica)

Zen ha 60 anni ed è un imprenditore residente a Martellago (Venezia), ma originario di Saronno. È un tecnico specializzato in macchinari per l’oreficeria che in queste settimane stava lavorando in Turchia. (Il Fatto Quotidiano)

Si scava ancora, si continuano a cercare bambini, donne e uomini intrappolati. (Today.it)