Putin, Kiev e la guerra per la popolarità

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Per sei anni, dalla firma degli accordi di Minsk-2, ogni escalation sul confine e nei territori di fatto occupati di solito era funzionale a un negoziato, o alla necessità di Mosca di segnalare le famigerate “red line”, le linee rosse che Vladimir Putin ritiene di poter tracciare per Kiev o altri ex satelliti sovietici.

Lo stesso presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha spesso scelto di reagire con understatement: nel poker della propaganda, mostrarsi spaventati e allertati avrebbe fatto il gioco di Mosca

(La Stampa)

Su altri giornali

Il messaggio inviato dagli Usa all'Ue è chiaro: la Russia potrebbe invadere l'Ucraina. C'è una seria sensazione a Mosca che si dovrebbe intraprendere una guerra se l'Ucraina non si adegua. (La Stampa)

(LaPresse) – “E’ chiaro che se la Russia userà la forza contro l’Ucraina, ci saranno costi e conseguenze. L’approccio della Nato, ha spiegato il segretario generale “rimane lo stesso, crediamo che dobbiamo rimanere fermi sulle nostre posizioni ma allo stesso tempo crediamo in un dialogo significativo e chiediamo alla Russia di dialogare” (LaPresse)

Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato dalla Tass (Gazzetta di Parma)

La scorsa settimana, il direttore dell’intelligence nazionale degli Stati Uniti, Avril Haines, ha visitato Bruxelles per discutere con gli ambasciatori della NATO. Il numero di osservatori dell’intelligence americana che credono che le manovre militari di Mosca possano rappresentare un bluff si sta gradualmente riducendo. (Startmag Web magazine)

Secondo il Cremlino gli Stati Uniti «stanno artificiosamente montando l’isteria di una possibile invasione russa dell’Ucraina», dopo il dispiegamento di oltre 100 mila soldati di Mosca lungo la frontiera con il Donbass. (Corriere del Ticino)

Per questi motivi l’annuncio shock di Budanov potrebbe nascondere una finalità altra rispetto alla sola dimensione militare. È questo il clamoroso allarme lanciato dall’intelligence ucraina sulle colonne del Military Times. (La Voce di New York)