Eruzione del Vesuvio del 79 d.C., così le proteine raccontano la storia delle vittime dopo 2000 anni

ilmattino.it INTERNO

in poche ore seppellì le città di Ercolano, Pompei, Stabia e decine di ville romane, causando migliaia di vittime.

APPROFONDIMENTI LO STUDIO «Vesuvio, la prossima eruzione devastante tra mille.

LA RICERCA Il Vesuvio e la sua prossima eruzione: «Potrebbe non essere.

Autori Georgia Ntasi, Ismael Rodriguez Palomo, Gennaro Marino, Fabrizio Dal Piaz, Francesco Sirano, Enrico Cappellini, Leila Birolo e Pierpaolo Petrone. (ilmattino.it)

Su altre testate

Assieme all’analisi delle ossa racconta la fine di una coppia nella Casa del fabbro, debilitati e senza possibilità di fuga Un team internazionale coordinato da ricercatori italiani lo ha sequenziato da resti esposti all’eruzione e sepolti per due millenni sotto la cenere. (la Repubblica)

: Viva et al. Il contributo dell'analisi isotopica nella diagnosi differenziale dell'anemia, il caso del cimitero medievale di Vetricella (Scarlino, GR) in Toscana, Archeologia Ambientale; Viva et al. (Galatina)

Ebbene, per la prima volta è stato ricostruito tutto il profilo genetico della vittima dell'eruzione del 79 d.C. Le temperature elevate distrugge la matrice ossea alterando la qualità del DNA, in questo caso però il decesso sembra essere avvenuto da soffocamento da nube di cenere vulcanica. (HDblog)

“Ogni dato in più che risulta dalle indagini è un’importante conquista per la ricerca scientifica che contribuisce a completare il quadro storico di un’epoca e di una civiltà (MeteoWeb)

Nonostante la ricerca scientifica sia al lavoro dal XIX secolo sui resti umani rinvenuti Pompei, però, la possibilità di effettuare studi genetici sulle vittime del Vesuvio era rimasta una sfida aperta. (inItalia)

“Ogni dato in più che risulta dalle indagini è un’importante conquista per la ricerca scientifica che contribuisce a completare il quadro storico di un’epoca e di una civiltà Il soggetto in studio, essendo stato scavato nel 1934 ed essendo rimasto a lungo esposto, presenta percentuali di un DNA endogeno inferiori agli standard che si rilevano nella mappatura strutturata e ragionata ancora in corso. (Positanonews)