Birmania, morta la ragazza colpita dalla polizia durante le proteste

La Stampa ESTERI

Il «giallo» dell’arma: a sparare sarebbe stata una mitraglietta Uzi, che non è in dotazione all’esercito né alla polizia. YANGON.

La giunta militare ha risposto al movimento di disobbedienza civile dispiegando i soldati nelle strade, interrompendo la notte Internet e con varie leggi che limitano i diritti dei cittadini

E’ morta Mya, la ventenne che era rimasta ferita da un colpo d'arma da fuoco alla testa durante le proteste contro il colpo di Stato, a Naipyidaw. (La Stampa)

Se ne è parlato anche su altri media

Oggi molti servizi sono alla paralisi per l'annunciato sciopero generale, che si innesta sulla strisciante campagna di disobbedienza civile, che va avanti ormai da oltre due settimane. (Tiscali.it)

Migliaia di manifestanti si sono riuniti nella più grande città del Myanmar, l’ex capitale Yangon, per protestare contro il regime militare nonostante questo abbia minacciato il possibile uso della forza per fermare le contestazioni (LaPresse)

Dopo il golpe del 4 febbraio scorso, quando la giunta militare ha arrestato Aung San Suu Kyi e preso il potere, nel corso delle ultime settimane, gli Scontri tra manifestanti e militari hanno . (Zazoom Blog)

Questa domenica il noto servizio di social networking ha rimosso definitivamente la pagina principale delle forze armate. Lo ha riferito l’azienda della piattaforma il giorno seguente all’uccisione di due manifestanti da parte della polizia intenta a disperdere la folla. (Yeslife)

Altri messaggi diretti alla Birmania con toni simili sono arrivati dagli Stati Uniti, dal Segretario dell'Onu Antonio Guterres e anche dall'Unione europea Le parole sono rivolte alla giunta militare birmana, che a inizio febbraio ha preso il potere con un colpo di Stato e arrestato San Suu Kyi per aver «importato illegalmente dei walkie-talkie». (Ticinonline)

Che questa nazione si alzi per essere un nuovo Myanmar di pace e prosperità per tutti “Le scene strazianti di giovani che muoiono per le strade feriscono la coscienza della nazione”, scrivono i vescovi. (difesapopolo.it)