Pensione, 67 anni e senza 20 anni di contributi: che fare?

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In alcuni casi, previsti dalla legge Amato del 1992, è possibile accedere, sempre al compimento dei 67 anni ma con soli 15 anni di contributi.

In alcuni rari casi, e al possesso di determinati requisiti, l’accesso è permesso anche con almeno 15 anni di contributi.

La normativa italiana prevede che per accedere alla pensione di vecchiaia al compimento dei 67 anni sia necessario maturare almeno 20 anni di contributi. (Money.it)

Ne parlano anche altre fonti

Qualora dovesse essere Quota 102, quindi, la soluzione scelta, lo scalone che si verrebbe a creare al termine di Quota 100 verrebbe ridotto in quanto solamente di due anni. Va detto comunque che a differenza di Quota 100 questa nuova misura prevede anche un taglio sull’assegno. (Money.it)

Causa Covid e anche per non irritare l’M5S, il governo non ha intenzione di sopprimere quota 100 in anticipo, come pure si vociferava nei mesi scorsi. Questa soluzione, tuttavia, che potrebbe applicarsi anche all’eventuale quota 102 o all’uscita dal lavoro con 41 anni di contributi, non raccoglierebbe grossi consensi. (InvestireOggi.it)

I sindacati infatti hanno avanzato una controproposta, quota 41, con cui andrebbe in pensione chi ha versato 41 anni di contributi indipendentemente dall’età anagrafica. Per rendere sostenibile quota 41 si prevede un taglio dell’assegno di almeno 3 per cento per ogni anno di anticipo rispetto ai 67 anni. (Silenzi e Falsità)

Nel dettaglio della riforma complessiva della previdenza si entrerà nella prossima riunione già fissata per il 25 settembre. Al tavolo si è parlato anche di esodati e di lavoratori «fragili»: per questi ultimi, secondo quanto riferito dai sindacati, il ministro avrebbe aperto alla possibilità di andare in pensione con 41 anni di contributi. (Il Messaggero)

I sindacati continuano a sostenere Quota 41 anche se sembra più probabile l’arrivo di Quota 102. In lizza anche Quota 41 per tutti, anche se si tratta di una misura troppo costosa. (The Italian Times)

Pensioni, obiettivo è allargare Ape Sociale a lavoratori fragili e disoccupati privi di Naspi. Tutte queste ipotesi saranno studiate meglio nei prossimi giorni dall’esecutivo. I lavoratori fragili che risultano a rischio coronavirus, potrebbero avere la possibilità di andare in pensione anticipatamente nel 2021 attraverso l’Ape Sociale. (Consumatore.com)