«Chi gioca col fuoco finisce per bruciarsi»: quanto è grave davvero la crisi tra Usa e Cina?

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I settori coinvolti spaziano dalla cooperazione militare alla sicurezza marittima, passando per la lotta al narcotraffico e i cambiamenti climatici.

“Chi gioca col fuoco, finisce per bruciarsi”.

Il congelamento degli scambi segue un anno e mezzo di montagne russe per Cina e Stati Uniti.

Washington dal canto suo sospetto che Pechino voglia strumentalizzare la visita di Pelosi per mettere a segno quanto pianificato da tempo. (Esquire Italia)

La notizia riportata su altri media

A parlare da Taipei al Sir è un missionario italiano che da 30 anni vive e opera nella capitale di Taiwan. A novembre vuole essere rieletto per la terza volta". (Foto ANSA/SIR). “Non ci sentiamo l’Ucraina dell’Asia, perché non c’è nessun interesse a scatenare una guerra adesso. (Servizio Informazione Religiosa)

Anziché aggravarle, penso sia meglio chiarire che continueremo la nostra politica dell’Unica Cina e allo stesso tempo ad appoggiare Taiwan». Come ha vissuto l’operazione della Cia contro Zawahiri, lei che dirigeva l’agenzia al tempo del blitz che uccise Bin Laden? (Corriere della Sera)

“Gli Stati Uniti devono pagare caro per tutte le fonti di problemi create da lei, ovunque sia andata”, tuonano i nordcoreani. Nel terzo giorno di esercitazioni militari su vasta scala intorno all’isola, la Cina sta simulando un vero e proprio attacco contro Taiwan. (Il Fatto Quotidiano)

È quanto ha detto il ministro degli Esteri di Taipei, Joseph Wu, secondo cui "la Cina ha usato le esercitazioni e il suo manuale militare per prepararsi all'invasione di Taiwan". Nel frattempo, le esercitazioni militari cinesi intorno a Taiwan vanno avanti (L'Unione Sarda.it)

Checché ne dica la propaganda del Partito comunista cinese, il problema della crisi taiwanese non risiede nella visita di Nancy Pelosi in sé. Taiwan non ha mai riconosciuto né è mai stata soggetta alla Repubblica popolare cinese, istituita da Mao Zedong nel 1949. (Panorama)

"Dopo le azioni della Cina nella notte - afferma John Kirby in una dichiarazione fornita al Post - abbiamo convocato l'ambasciatore Qin Gang alla Casa Bianca" per protestare per "le azioni provocatorie" della Cina. (Adnkronos)