Il 50% degli studenti del Marie Curie boccia la DaD: l'indagine spacca la scuola!

la VOCE del TRENTINO INTERNO

Se ci fosse qualche Istituto interessato a condurre l’indagine nella propria scuola e avesse bisogno di strumenti già predisposti può scriverci a [email protected]

Inoltre sarebbe molto interessante avere una prospettiva completa del punto di vista delle studentesse e degli studenti di tutte le scuole superiori trentine rispetto alla DaD.

Al contrario quelli che vorrebbero meno didattica a distanza, compresa tra lo 0% e il 25%, sono il 58,7%. (la VOCE del TRENTINO)

Se ne è parlato anche su altre testate

L’iniziativa coincide con la chiusura delle scuole. Manifesti con sagome di alunni sui cancelli di alcune scuole e nelle strade adiacenti (foto repertorio). (Campanianotizie)

A settembre tutti in classe.”. Stamattina, per l’ultimo giorno di scuola, Napoli si sveglia con le finte sagome dei 900 alunni vittime della dispersione scolastica a causa della Dad. È la protesta inscenata dalle reti di movimenti nate durante il lockdown per contestare la didattica a distanza. (Cronache della Campania)

Abbandonando la fascia serale, la trasmissione radiofonica tutta al femminile di CiaoComo si sposta al pomeriggio, dalle 16.30 alle 17.30, per accompagnare gli ascoltatori in un viaggio semiserio alla scoperta di donne eccellenti che, grazie alla loro creatività e al loro ingegno, impreziosicono il territorio comasco e oltre. (CiaoComo.it)

Sagome bianche di ragazzini con sotto la scritta «disperso scolastico» e la loro età: anni 8, 10, 12, 13. Almeno mille manifesti sono stati affissi davanti a molte scuole di Napoli e sui muri della città. (Corriere del Mezzogiorno)

Avere una visione comune sullo sviluppo della scuola a livello territoriale ci permetterà di darci degli obiettivi chiari e concreti». Studente durante una protesta contro la dad (Foto Parisotto). Fino all’anno scorso se ne contavano al massimo dieci, venti, forse trenta, sull’ampia platea costituita da decine di migliaia di studenti delle scuole veronesi. (Corriere della Sera)

Se siamo noi stessi docenti a fare simili affermazioni come pensiamo di poter rivendicare con forza i nostri diritti che vengono calpestati un po’ da tutti da lustri? Anche per quanto riguarda la professione docente non è da meno, soprattutto se a farla sono persone che si dicono colleghi. (Informazione Scuola)