Dieci ex terroristi arrestati in Francia: la storica vicenda parla anche cuneese

TargatoCn.it INTERNO

Ha il cuore cuneese, la svolta storica impressa in queste ultime ore alla vicenda giudiziaria dei dieci ex terroristi italiani rifugiati in Francia ed arrestati a Parigi su richiesta dell'Italia.

Tutta l’operazione è stata seguita direttamente in Francia, in stretta cooperazione con i colleghi francesi, dal magistrato di collegamento italiana a Parigi, Roberta Collidà, cuneese di nascita che a Cuneo ha ancora la famiglia di origine. (TargatoCn.it)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Dei 10, due si sono costituiti oggi, Bergamin e Ventura. Ha sempre negato i fatti che gli vengono imputati (TG La7)

Lo apprende l’ANSA da fonti dell’inchiesta. I 9 ex terroristi italiani per i quali la giustizia francese dovrà esaminare l’eventualità dell’estradizione rientreranno tutti a casa questa sera. (Gazzetta del Sud)

Secondo quanto appreso dall’Ansa, il giudice ha stabilito per loro diversi gradi di restrizioni, legati probabilmente anche alla diversa età e condizioni di salute. Sull’operazione che ha visto la collaborazione tra Italia e Francia, Sabbadin ha aggiunto: “Io non ho mai avuto dubbi sulla giustizia italiana”. (Il Fatto Quotidiano)

Vari gli oneri a carico dall'obbligo di firma fino alla presentazione alle forze dell'ordine due volte a settimana. Questo giovedì c'era stata la prima udienza per i sette fermati: gli ex componenti delle Brigate rosse Enzo Calvitti, Giovanni Alimonti, Roberta Cappelli, Marina Petrella e Sergio Tornaghi, l’ex di Lotta Continua Giorgio Pietrostefani e Narciso Manenti, ex dei Nuclei armati contro il potere territoriale. (Euronews Italiano)

esteri. Mercoledì prossimo in Francia comincia il processo sull'estradizione degli ex terroristi rossi condannati in Italia per omicidi e fatti di sangue megni Anni di Piombo. Mercoledì' prossimo sempre in Francia comincerà dunque il processo sull'estradizione degli ex terroristi rossi condannati in Italia per omicidi e fatti di sangue relativi agli Anni di Piombo. (TG La7)

E’ la prova regina che non c’è brama di vendetta ma sete di giustizia. Oreste Scalzone, cofondatore di Potere Operaio, è andato anche oltre: “Questa è più di una vendetta, ormai siamo alla damnatio memoriae”. (L'HuffPost)