Bar e ristoranti, a Genova il problema non è il Green Pass, ma la mancanza di personale

Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
La Repubblica ECONOMIA

Bar e ristoranti, a Genova il problema non è il Green Pass, ma la mancanza di personale di Michela Bompani. Il 97 per cento dei dipendenti nei locali pubblici ha il Green Pass. Tanti hanno cambiato lavoro durante la pandemia, arduo sostituire i pochi non vaccinati

(La Repubblica)

La notizia riportata su altri giornali

Un’operazione a livello nazionale che ha coinvolto anche Piacenza, dove il monitoraggio, avvenuto nei giorni scorsi, ha visto la collaborazione dei carabinieri della Stazione Principale e della Stazione Levante. (Piacenza24)

Controlli nei locali e ristoranti, per accertare che tutti siano in regola con il Green pass, obbligatorio per sedersi al tavolo e consumare. Nelle Marche, nello specifico, sono stati controllati 56 locali, e sono state elevate sette multe per il mancato rispetto delle disposizioni sul pass a carico di avventori, gestori e personale (il Resto del Carlino)

Su oltre 8mila controlli effettuati dai carabinieri dei Nas, le sanzioni hanno riguardato appena il 5% delle imprese. Tanto da assumersi compiti di controllo che certo non sono propri di chi si occupa di ospitalità”. (Napoli Magazine)

Questo non solo in bar e ristoranti, ma anche presso mense di Rsa e case di riposo gestite da aziende nostre associate. Secondo quanto previsto dal decreto i lavoratori sprovvisti di green pass a lavoro vengono considerati assenti ingiustificati e viene loro sospesa la retribuzione. (ImperiaNews.it)

Su oltre 8mila controlli effettuati dai carabinieri dei Nas, le sanzioni hanno riguardato appena il 5% delle imprese. “Nell’ultimo mese e mezzo i titolari di bar e ristoranti si sono dimostrati straordinariamente diligenti nell’applicazione della norma che li obbliga a verificare il green pass dei clienti che intendono consumare all’interno dei locali. (La Rampa)

Quando capiscono che si lavora nei fine settimana già storcono il naso e poi non voglio perdere i privilegi che hanno come disoccupati”. Perché i commercianti sono certi di aver individuato questo motivo in più nel reddito di cittadinanza. (TargatoCn.it)