Coronavirus e Omicron, il nuovo studio lo conferma: con la nuova variante rischio ricovero dimezzato

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Centro Meteo italiano INTERNO

Cala anche la durata media del ricovero: 1,5 giorni con Omicron, 5 Delta

Le persone infettate con Omicron, secondo lo studio, hanno un rischio di essere ricoverate pari alla metà in meno rispetto a quelli contagiati da Delta.

I dati. Questo studio fa senza dubbio tirare un sospiro di sollievo e ci dice che probabilmente il virus sta diventando endemico.

Coronavirus, Omicron meno grave: il nuovo studio. (Centro Meteo italiano)

La notizia riportata su altre testate

Una vasta ricerca di studiosi americani su circa 70 mila pazienti positivi alla COVID (non ancora verificato dai colleghi) ha dimostrato un rischio di ospedalizzazione e di decessi sostanzialmente ridotto con la variante Omicron rispetto a quella Delta, e questo indipendentemente dal livello di immunità nella popolazione. (Corriere del Ticino)

Con la variante omicron il rischio di ricovero è ridotto del 69% rispetto alla Delta. (Adnkronos)

Giovedì 13 Gennaio 2022, 06:27 - Ultimo aggiornamento: 07:11. La variante Omicron comporta un minor rischio di ricovero, di necessità di ricorso alla terapia intensiva e di morte rispetto alla variante Delta. (ilmessaggero.it)

Sono stati ricoverati 235 pazienti con variante Omicron (0,5%) e 222 (1,3%) con variante Delta. Uno studio dà una risposta definitiva. (iLMeteo.it)

La variante Omicron del covid "provoca una malattia meno grave rispetto a Delta, ma rimane un virus pericoloso in particolare per coloro che non sono vaccinati". I SINTOMI DI OMICRON. Quello principale è la dissenteria, oltre a quelli che sono quasi uguali ai sintomi dell’influenza stagionale e del raffreddore, ma la dissenteria potrebbe essere d'aiuto per riconoscere questa variante. (ROMA on line)

“Durante un periodo con circolazione mista della variante Delta e Omicron, le infezioni da Sars Cov 2 con presunta infezione della variante Omicron sono state associate a un rischio sostanzialmente ridotto di endpoint clinici gravi e a periodi di degenza ospedaliera più brevi”. (Il Fatto Quotidiano)