Poliziotto a testa in giù, il video choc del rapper udinese F.u.m.a.

Il video choc del rapper che ha immortalato un poliziotto a testa in giù non è del rapper udinese F.u.m.a., Roberto Fumagalli, come erroneamente scritto in precedenza e riportato inizialmente dalle pagine on line del Corriere della Sera.

L'errore sul Corriere.it. La vicenda. Nell'ultimo video “Audi”, girato da F.u.ma., compare un poliziotto a testa in giù, come se fosse stato giustiziato.

Si tratta di un artista omonimo, che con il friulano non ha nulla a che fare. (UdineToday)

Ne parlano anche altre testate

Una chiara minaccia di morte, un chiaro messaggio di entusiasmo, un sentimento di gioia alla vista del cadavere di un poliziotto appeso a testa in giù. Il singolo intitolato “Audi”, come il marchio della nota casa automobilistica, è un vero e proprio inno contro la Polizia di Stato, tant’è che per l’intera durata del video appare un poliziotto appeso a testa in giù, morto. (ilGiornale.it)

«Il confine tra la violenza e la libera espressione artistica, è stato ampiamente superato nel video del rapper cosiddetto ‘Fuma’. Non è ammissibile che tale obbrobrio sia visibile in rete». (infodifesa.it)

Grazie al tempestivo intervento del Dipartimento, è stato posto un primo rimedio a questo orrore in cui, oltre tutto, era coinvolto anche un minorenne. “E’ stato rimosso da You tube il vergognoso video in cui compariva un poliziotto appeso a testa in giù. (agenzia giornalistica opinione)

Nel video del rapper poliziotto a testa in giù e un bimbo ad assistere, Fsp Polizia: “Violenza non più tollerabile. Così Valter Mazzetti, Segretario Generale Fsp Polizia di Stato, commentando il video del rapper Fuma, pubblicato in anteprima, dal titolo Audi (Nordest24.it)

Il livello della violenza di ogni tipo che si manifesta quotidianamente contro le forze dell’ordine, dalle piazze alla rete, non è più sopportabile. Perché il nome della casa automobilistica non solo è il titolo del brano, ma è anche ricorrente nel testo, e inoltre il rapper protagonista del video sfoggia i simboli del marchio”. (Corriere Quotidiano)

Ora aspettiamo che gli altri social facciano lo stesso, nel rispetto della legalità e del decoro, oltre che della memoria di tanti servitori dello Stato che hanno perso la vita nell’espletamento del dovere, e delle loro famiglie. (infodifesa.it)