La sfida Ue al petrolio russo tra rischi finanziari e l'ipotesi della flotta ombra

La Gazzetta del Mezzogiorno ESTERI

Venerdì scorso l’Unione europea è riuscita a trovare un accordo e ha fissato il tetto per la commercializzazione del petrolio russo, denominato «Urals», a 60 dollari al barile. Da oggi, quindi, le forniture russe di petrolio via nave – perché il cap non si applica alle forniture via terra, che comunque sono limitatissime – non potranno essere pagate più di questa cifra. Non si tratta di un limite eccessivo: a tutt’oggi il petrolio russo si scambia a circa 67 dollari, ben al di sotto del Brent, il petrolio del mare del Nord, che viaggia sugli 87 dollari al barile. (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Se ne è parlato anche su altri media

Il primo fattore da osservare riguarda il comportamento dell'Opec+: se questo cartello di produttori, a cui la Russia partecipa come membro aggiunto e non organico, restringerà la produzione il pericolo sarà minore. (Italia Oggi)

La Russia di Putin sta considerando la possibilità di fissare un prezzo minimo per le proprie vendite internazionali di petrolio in risposta al tetto imposto dal G7 e UE. Secondo quanto riporta l’agenzia Bloomberg, citando due funzionari a conoscenza del piano. (Borse.it)

Lo ha affermato il, secondo quanto riportato dall’agenza di stampa Interfax."È attualmente in fase di finalizzazione con le società", ha sottolineato Novak, esprimendo fiducia che la misura saràIl 3 dicembreha comunicato l’entrata in vigore del price cap il2022 per il greggio e il 5 febbraio 2023 per i prodotti petroliferi raffinati (il prezzo per i prodotti raffinati sarà definito in seguito). (Teleborsa)

L'embargo in teoria potrebbe far salire i prezzi ma oggi, dopo un avvio in crescita, le quotazioni sono tornate leggermente indietro. E, fra l'incertezza sull'impatto che le nuove misure avranno, l'Opec+ - l'organizzazione dei Paesi esportatori di greggio - prende tempo e mantiene invariati gli attuali livelli di produzione, lasciandosi però la porta aperta a un intervento in qualsiasi momento a seconda delle condizioni del mercato. (ilmessaggero.it)

La Russia si sta preparando alla mossa decisa dall’Ue d’intesa con il G7 di imporre un prezzo fisso al barile di petrolio: ecco cosa intende fare. La Russia sta considerando la possibilità di fissare un prezzo minimo per le sue vendite internazionali di petrolio in risposta al tetto imposto dal G7. (La Legge per Tutti)

Il Brent ieri è rincarato, pur di poco, rimanendo sotto la soglia dei 90 dollari. Mosca ha risposto minacciando di non vendere più un goccio del suo Urals all’Europa. (InvestireOggi.it)