L’ambasciatore birmano a Londra sfrattato dai generali: dorme in auto

Corriere della Sera ESTERI

Il diplomatico è stato esautorato perché, dopo la presa del potere da parte dei generali, ha difeso pubblicamente il governo democraticamente eletto e ha anche chiesto la scarcerazione di Aung San Suu Kyi.

Sfrattato da un giorno all’altro, ha passato la notte in auto, come un terremotato qualsiasi.

Il ministro degli Esteri britannico Dominic Raab ha protestato definendo la decisione della giunta «un atto di bullismo». (Corriere della Sera)

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Il rappresentante diplomatico ha denunciato l'occupazione della sede da parte del personale leale alla giunta responsabile del golpe nel Paese asiatico. (AGI - Agenzia Italia)

Raab: “Condanniamo le azioni di bullismo del regime militare della Birmania”. Il ministro degli Esteri britannico, Dominic Raab, ha denunciato le “intimidazioni” della giunta birmana, il giorno dopo l’occupazione dell’ambasciata birmana a Londra con l’estromissione dello stesso ambasciatore, Kyaw Zwar Minn. (In Terris)

Per questo sto aspettando qui fuori», ha dichiarato Kyaw Zwar Minn ai poliziotti arrivati a Charles Street, dove ha sede l’ambasciata e attorno alla quale si è radunata una piccola folla in sostegno del diplomatico. (Open)

Dei militari birmani hanno occupato l'ambasciata britannica in Myanmar. I militari hanno accusato il capo del governo deposto Aung San Suu Kyi e la sua Lega Nazionale per la Democrazia di frode elettorale e hanno promesso di tenere elezioni eque il prossimo anno. (Sputnik Italia)

Kyaw Zwar Minn è rimasto in strada per diverse ore. (LaPresse) “Un colpo di Stato nel cuore di Londra”. Il diplomatico, che nelle scorse settimane aveva criticato il colpo di Stato e chiesto la liberazione di Aung San Suu Kyi, è rimasto fuori dalla sua sede per diverse ore. (LaPresse)

Il Myanmar ha poi informato Londra che Minn è stato rimosso dal suo incarico di ambasciatore. Kyaw Zwar Minn mercoledì sera è stato bloccato fuori dal proprio ufficio londinese e gli è stato impedito di entrare. (Gazzetta di Modena)