Scala, il direttore d'orchestra è pro Putin: Valery Gergiev non dirigerà La Dama di Picche

Quanto al concerto della Filarmonica della Scala del 7 marzo si attende l’annuncio della sostituzione con Riccardo Chailly.

Intanto è di ieri l'annuncio della presa di distanze dal maestro russo, amico e sostenitore di Vladimir Putin, da parte del suo agente internazionale Marcus Felsner

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Anche la Scala a breve si procederà con l’indicazione di un nuovo direttore per le prossime recite della «Dama di picche», che si cercherà di non cancellare. (leggo.it)

Se ne è parlato anche su altre testate

Il direttore d'orchestra Valery Gergiev non sarà alla Scala il 5 marzo, lo rende noto il sindaco di Milano Giuseppe Sala a margine dell'inaugurazione dell'anno accademico dello Iulm. (Corriere TV)

Secondo la soprano, infatti, l’invasione russa è assolutamente un gesto da condannare. Un caso, quello della soprano russa, destinato a far discutere, proprio come è accaduto con Valery Gergiev (DireDonna)

Lo ha comunicato il sindaco della città tedesca, Dieter Reiter, che aveva dato tempo fino a ieri al maestro russo filo- Putin per «prendere le distanze in modo chiaro e inequivocabile dalla brutale guerra di aggressione» che «Putin ha scatenato contro l'Ucraina e ora in particolare contro la città di Kiev gemellata con Monaco» (La Stampa)

Da Gergiev – che nel 2014 firmò una lettera di sostegno all’invasione della Crimea – non è mai arrivata una risposta, e quasi certamente non arriverà. www.ilgiorno.it/ buongiornomilano. Valery Gergiev non tornerà al Piermarini per dirigere le cinque restanti repliche della Dama di picche, in programma dal 5 al 15 marzo. (IL GIORNO)

Gergiev non dirigerà alla Scala. «Valery Gergiev è ripartito e non ha risposto», ha fatto sapere il primo cittadino meneghino — che è anche presidente della Fondazione teatro alla Scala — a margine dell’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università Iulm di Milano. (Il Primato Nazionale)

Non ha dato alcuna risposta al sindaco di Milano Beppe Sala, che gli aveva chiesto una chiara dichiarazione di distanza dalla guerra. La Carnegie Hall e i Wiener Philarmoniker lo hanno già rispedito a casa, lo stesso ha fatto la Filarmonica di Monaco (Il Fatto Quotidiano)