Alzheimer, "inglobate le proteine deformi": la scoperta che potrebbe cambiare la storia, un male curabile?

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I farmaci CpG ODN sono parte di una classe di regolatori immunitari innati che accelerano questi guardiani immunitari.

Nel cervello ci sono quindi dei "custodi immunitari" che proteggono i tessuti da tossine e microbi e invasori.

Un nuovo trattamento farmacologico è in grado di arrestare la progressione del morbo di Alzheimer nel cervello delle scimmie.

I farmaci sperimentati, gli oligodeossinucleotidi CpG (CpG ODN), solleciterebbero le cellule di difesa immunitaria a inglobare le proteine deformi, placche di beta amiloide e grovigli di tau, il cui accumulo disintegra le cellule cerebrali adiacenti causando la malattia degenerativa. (LiberoQuotidiano.it)

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Farmaco CpG ODN: ecco come funziona. L’esperimento è stato sviluppato dagli scienziati della NYU Grossman School of Medicine, e ha evidenziato che le scimmie anziane avevano fino al 59% in meno di depositi di placca nel cervello dopo il trattamento con oligodeossinucleotidi CpG (CpG ODN),. (Gaming Today)

Dopo la recente approvazione negli Stati Uniti di un nuovo farmaco contro l’Alzheimer (aducanumab), una nuova speranza nella lotta alla malattia arriva da un candidato vaccino, AADvac1, risultato sicuro e ben tollerato negli studi clinici di fase 2. (Scienze Fanpage)

Riportato sulla rivista Nature Aging, lo studio ha coinvolto 196 pazienti con Alzheimer in forma lieve, a parte dei quali è stato somministrato il vaccino. Vaccino per Alzheimer sempre più vicino alla realtà grazie a nuovo studio condotto da Petr Novak di Axon Neuroscience CRM Services SE, a Bratislava. (Quotidiano di Sicilia)

Se ad oggi la terapia è fondamentalmente basata sulla gestione dei sintomi, in data 7 giugno 2021 la FDA ha approvato un nuovo farmaco per la cura della malattia di Alzheimer: l’aducanumab. I sintomi dei pazienti affetti da malattia di Alzheimer sono quelli che caratterizzano il quadro di demenza. (Senza Linea)

Lo rivelano i risultati di una sperimentazione clinica di fase 2 condotta da Petr Novak di AXON Neuroscience CRM Services SE, a Bratislava. Solo ad analisi successive si è osservato qualche piccolo segno di miglioramento clinico in specifici sottogruppi di pazienti. (Giornale di Sicilia)

Diversi studi indicano che il rischio di sviluppare la demenza, o come è noto la malattia di “Alzheimer“, può essere ridotto rimuovendo alcuni alimenti dalla dieta, poiché l’insorgenza della malattia di Alzheimer è direttamente correlata all’alimentazione e alla qualità del cibo che le persone mangiano, quindi si dovrebbe prestare attenzione a ciò che si mangia, perché la salute del cervello dipende da questo. (ItaliaGlobale)