Alzheimer, 'ripulire' il cervello per contrastare la malattia

La Repubblica SALUTE

Due sono i fattori di successo per offrire finalmente un trattamento mirato per questo obiettivo, che superi le attuali terapie solo sintomatiche: arrivare presto con una diagnosi precoce ed agire sui diversi 'rifiuti' o proteine tossiche che vanno eliminati

E' 'pulizia'.

C’E' UNA PAROLA chiave nella sfida che la scienza sta combattendo contro l'Alzheimer, forma più frequente di demenza degenerativa tra le quasi 50 conosciute, che interessa circa 600.000 persone in Italia (La Repubblica)

Su altre testate

Gli esperti hanno visto che alla somministrazione del vaccino corrisponde una reazione immunitaria specifica contro Tau senza però tradursi in un miglioramento del quadro cognitivo del campione. Lo rivelano i risultati di una sperimentazione clinica di fase 2 condotta da Petr Novak di AXON Neuroscience CRM Services SE, a Bratislava. (Giornale di Sicilia)

La nuova ricerca è stata pubblicata sulla rivista scientifica Brain. (Gaming Today)

I sintomi dei pazienti affetti da malattia di Alzheimer sono quelli che caratterizzano il quadro di demenza. Negli Stati Uniti, si stima che il 10% delle persone ≥ 65 sia affetto da malattia di Alzheimer. (Senza Linea)

Dopo la recente approvazione negli Stati Uniti di un nuovo farmaco contro l’Alzheimer (aducanumab), una nuova speranza nella lotta alla malattia arriva da un candidato vaccino, AADvac1, risultato sicuro e ben tollerato negli studi clinici di fase 2. (Scienze Fanpage)

Riportato sulla rivista Nature Aging, lo studio ha coinvolto 196 pazienti con Alzheimer in forma lieve, a parte dei quali è stato somministrato il vaccino. Il farmaco AADvac1 è risultato sicuro e ben tollerato ma ancora non adeguatamente efficace contro la degenerazione cognitiva e capace di sortire un qualche effetto apprezzabile sul quadro cognitivo solo su sottogruppi di pazienti. (Quotidiano di Sicilia)

Diversi studi indicano che il rischio di sviluppare la demenza, o come è noto la malattia di “Alzheimer“, può essere ridotto rimuovendo alcuni alimenti dalla dieta, poiché l’insorgenza della malattia di Alzheimer è direttamente correlata all’alimentazione e alla qualità del cibo che le persone mangiano, quindi si dovrebbe prestare attenzione a ciò che si mangia, perché la salute del cervello dipende da questo. (ItaliaGlobale)