Morbo di Alzheimer. Un nuovo farmaco ferma la progressione della malattia - SOCIALFARMA

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“Le somiglianze nell’invecchiamento tra gli animali studiati e la nostra specie ci fanno sperare che questa terapia funzioni anche nei pazienti umani” ha spiegato l’autrice dello studio Henrieta Scholtzova della NYU Langone.

Una ricerca condotta da scienziati della NYU Grossman School of Medicine di New York City ha dimostrato che un nuovo trattamento farmacologico è in grado di fermare la progressione del morbo di Alzheimer nel cervello delle scimmie. (Socialfarma - il portale web della farmacia)

Ne parlano anche altri giornali

Diversi studi indicano che il rischio di sviluppare la demenza, o come è noto la malattia di “Alzheimer“, può essere ridotto rimuovendo alcuni alimenti dalla dieta, poiché l’insorgenza della malattia di Alzheimer è direttamente correlata all’alimentazione e alla qualità del cibo che le persone mangiano, quindi si dovrebbe prestare attenzione a ciò che si mangia, perché la salute del cervello dipende da questo. (ItaliaGlobale)

Dopo la recente approvazione negli Stati Uniti di un nuovo farmaco contro l’Alzheimer (aducanumab), una nuova speranza nella lotta alla malattia arriva da un candidato vaccino, AADvac1, risultato sicuro e ben tollerato negli studi clinici di fase 2. (Scienze Fanpage)

Se ad oggi la terapia è fondamentalmente basata sulla gestione dei sintomi, in data 7 giugno 2021 la FDA ha approvato un nuovo farmaco per la cura della malattia di Alzheimer: l’aducanumab. Negli Stati Uniti, si stima che il 10% delle persone ≥ 65 sia affetto da malattia di Alzheimer. (Senza Linea)

Farmaco CpG ODN: ecco come funziona. L’esperimento è stato sviluppato dagli scienziati della NYU Grossman School of Medicine, e ha evidenziato che le scimmie anziane avevano fino al 59% in meno di depositi di placca nel cervello dopo il trattamento con oligodeossinucleotidi CpG (CpG ODN),. (Gaming Today)

Gli esperti hanno visto che alla somministrazione del vaccino corrisponde una reazione immunitaria specifica contro Tau senza però tradursi in un miglioramento del quadro cognitivo del campione. Lo rivelano i risultati di una sperimentazione clinica di fase 2 condotta da Petr Novak di AXON Neuroscience CRM Services SE, a Bratislava. (Giornale di Sicilia)

Riportato sulla rivista Nature Aging, lo studio ha coinvolto 196 pazienti con Alzheimer in forma lieve, a parte dei quali è stato somministrato il vaccino. Secondo gli esperti il vaccino ha fallito l’obiettivo di rallentare il declino cognitivo dei pazienti perché il campione era troppo piccolo e probabilmente solo alcuni pazienti presentavano l’accumulo di proteina Tau nel cervello (Quotidiano di Sicilia)