Ergastolo e pena di morte per i gay votato quasi all'unanimità in Uganda, previste pene anche per i familiari

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Il parlamento ugandese ha votato una legge contro i diritti della comunità Lgbtqi+. Sono previsti carcere, ma anche ergastolo e pena di morte per le persone omosessuali. Condanne anche per chi è a conoscenza, ma non “denuncerà” Siamo di fronte all’ennesimo passo indietro (e parlare solo di “passo” è un eufemismo) in tema di diritti umani. Il parlamento ugandese, infatti, ha votato una legge che prevede ergastolo e pena di morte per gli omossessuali. (greenMe.it)

Ne parlano anche altri media

L’Uganda introduce l’ergastolo per i gay: pena di morte per chi fa sesso con un minorenne Il Parlamento ugandese ha approvato ieri una legge che propone nuove e severe sanzioni nei confronti degli omosessuali: tra le pene anche morte ed ergastolo. (Fanpage.it)

Che con la nuova legge rischieranno da dieci anni di carcere all’ergastolo, in alcuni casi persino la pena di morte. Una legge che prima ancora di entrare in vigore ha scatenato le proteste delle Nazioni Unite, della Casa Bianca, dell'Unione europea: unite nel chiedere al presidente ugandese Yoweri Museveni di non firmare il provvedimento. (Sky Tg24 )

Ascolta l'articolo Pena di morte per abuso di bambini e per abuso di persone vulnerabili. (Gay.it)

Le relazioni omosessuali sono già fuorilegge nel Paese africano, ma da ora in poi sarà illegale per la prima volta anche solo dirsi gay. Dirsi gay, affermare la propria omosessualità, può costare il carcere in Uganda (la Repubblica)

Il Monitor, quotidiano ugandese filo-governativo, riferisce che alla seduta ha partecipato un numero record di deputati, ben 389 legislatori presenti, di cui 55 da remoto. Complessivamente, le sanzioni previste nella versione finale della legislazione, che attende l’assenso del Presidente per renderla esecutiva, sono più rigide delle proposte iniziali del deputato Asuman Basalirwa. (Rivista Africa)

Di Michele Farina Su 389 deputati solo due voti contrari. Alla legge manca ora solo la firma del presidente Museveni (Corriere della Sera)