Broker morto: identificato col Dna. Le indagini seguono 3 piste

CasertaNews INTERNO

E’ di Massimo Bochicchio il cadavere rinvenuto domenica sera in via Salia a Roma.

Non è esclusa neanche l’ipotesi del malore, che potrebbe giustificare il fatto che la moto sia andata dritta, senza segni di frenata, per poi prendere fuoco

La conferma è arrivata dal test del Dna, disposto dalla Procura di Roma, che ha confermato che la vittima dell’incidente è il 56enne di Caserta.

Gli investigatori seguono tre piste: oltre al suicidio, c’è sul tavolo anche l’ipotesi del sabotaggio della moto del broker che aveva promesso di rimborsare tutti i clienti vip che lo avevano portato in tribunale con l'accusa di averli raggirati. (CasertaNews)

La notizia riportata su altre testate

Ora gli inquirenti indagano sulla dinamica dell’incidente. Nel tardo pomeriggio di ieri, martedì 21 giugno, è arrivato l’esito dell’esame del Dna, che ha confermato l’identità della salma carbonizzata dopo l’incidente sulla salaria: è del broker Massimo Bochicchio. (361 Magazine)

Risposte, invece, sulle cause della morte, sono attese dall’autopsia disposta dai magistrati di piazzale Clodio e affidati ai medici legali della Sapienza E, per questo, era agli arresti domiciliari e aveva un permesso per poter uscire, con il braccialetto elettronico, due ore al giorno. (Secolo d'Italia)

Tra i punti ancora da chiarire c’è infatti il punto di partenza e di arrivo dell’ultimo viaggio di Massimo Bochicchio. Chi ha visto Massimo Bochicchio prima della sua morte? (Virgilio Notizie)

Poi non è che non la ritengo brutta, perché io non la ritengo brutta, perché non è brutta». Bochicchio è evasivo: «Non ce l’ho mai avuto io un cliente brutto, signor giudice, mai (ilmattino.it)

Come da prassi, sono stati effettuati anche prelievi tossicologici. Le fiamme sprigionate dalla moto – che dopo aver sbandato si è schiantata contro il muro di cinta dell’aeroporto dell’Urbe, per poi incendiarsi – potrebbe essere stata una concausa della morte. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Poi non è che non la ritengo brutta, perché io non la ritengo brutta, perché non è brutta». All’epoca, il giudice del Tribunale di Roma, Corrado Cappiello, chiedeva al broker indagato:. «Sua moglie, nel periodo in cui lei è stato all’estero, dopo la sentenza inglese, a settembre-ottobre, fa riferimento a “gente brutta brutta”». (IlNapolista)