Chiude la libreria più vecchia della città: "Schiacciati dalle vendite online"

TorinoToday ECONOMIA

La clientela è diminuita troppo, non ce la facciamo più".

"Chiudiamo per colpa di Amazon - dicono le due sorelle -.

Lo hanno comunicato Nadia e Sonia Calarco, che avevano ereditato l'attività dal padre Pippo, il quale a sua volta l'aveva acquistata nel 1979 col socio Paolo Carretta.

Dopo essere state costrette a licenziare due commesse, le due sorelle si sono arrese.

Per un po' hanno cercato un compratore dell'attività, ma non lo hanno trovato. (TorinoToday)

Su altri media

Quello che si può fare non è piangere sul latte versato ma immaginare il futuro: siamo in una fase di passaggio e come succede in ogni fase di passaggio c’è qualcuno che resta triturato. Oggi fare cultura non può essere un mestiere. (AGI - Agenzia Italia)

Tuttavia, la Libreria Paravia non riaprirà altrove, in quanto non si è presentato nessuno per rilevare l’attività proprio a causa della forte crisi del mercato delle librerie. Poi nel 2015, in piena crisi economica, la Libreria fu costretta a traslocare nei bellissimi e luminosi spazi di via Bligny. (Mole24)

Dopo la chiusura della storica libreria Paravia di Torino, cresce la paura per le sorti delle librerie italiane nel prossimo futuro. L’idea di una libreria piccola e a conduzione familiare costituisce una valida alternativa alle librerie del passato? (Libreriamo)

La chiusura è stata annunciata con un post su Facebook da Nadia e Sonia Calarco, le due sorelle titolari della libreria. Stavolta tocca alla libreria Paravia di Torino, la seconda più antica d'Italia fondata nel 1802. (Today)

Ebbene: quando nel 1989 la LIS venne inaugurata alla presenza dell’Avvocato e di Umberto Eco, i commessi di libreria venivano ancora formati. (La Stampa)

Ma anche Franco Mondini, Sepulveda, Littizzetto, Chiambretti, Gramellini e Chuck Palahniuk che ho personalmente accompagnato ai Murazzi. E aggiunge: «Se avessi trovato un giovane interessato a dare il suo contributo affiancandomi, forse non avrei deciso di chiudere. (La Stampa)