Istat. In calo le superfici cerealicole, ma previsioni in crescita per il 2021

Agricultura.it INTERNO

In dieci anni, a livello nazionale, il calo della superficie a mais è del 35% (da 927mila ettari a 603mila ettari)

Nel Centro e nelle Isole la flessione delle superfici cerealicole è meno significativa (pari, rispettivamente, allo 0,44% e allo 0,47%).

Di contro, tra le coltivazioni legnose agrarie si registra una crescita delle superfici dei fruttiferi (+7,2% rispetto al 2010).

Il frumento duro, infatti, aumenta la sua incidenza sul complesso delle superfici cerealicole, passando dal 36,9% del 2010 al 40,3% del 2020. (Agricultura.it)

La notizia riportata su altri giornali

(LaPresse) – I viaggi dei residenti in Italia nel 2020 toccano il loro minimo storico: sono 37 milioni e 527 mila (231 milioni e 197 mila pernottamenti), con una drastica flessione rispetto al 2019 che riguarda le vacanze (-44,8%) e ancora di più i viaggi di lavoro (-67,9%) (LaPresse)

Gli alimentari e il farmaceutico sono stati gli unici settori a registrare incrementi di valore aggiunto (+2 e +3,5% rispettivamente). Le imprese italiane hanno potuto difendere la propria posizione sui mercati internazionali grazie a una presenza su mercati più dinamici (effetto struttura geografica) e a fattori di prezzo e di qualità (effetto competitività) (Servizio Informazione Religiosa)

La crisi ha colpito soprattutto le imprese di(risulta a rischio oltre un terzo di quelle con 3-9 addetti) e si è manifestata prevalentemente attraverso un crollo della. (Borsa Italiana)

Il crollo riguarda tutte le classi di età, statisticamente in maniera maggiore gli uomini (-533 mila) e minore le donne (-412 mila). Queste ultime sono tuttavia meno occupate e, dunque, la disoccupazione e l’inoccupazione è superiore. (Il Manifesto)

tendenziale in punti percentuali, dati destagionalizzati – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat. DINAMICA OCCUPAZIONE INDIPENDENTE: 2005-2021. Gennaio 2005-febbraio 2021, var. Parallelamente sono cresciuti i disoccupati (+21 mila) e, soprattutto, gli inattivi, di oltre 700 mila unità: la profondità della crisi e i provvedimenti restrittivi hanno scoraggiato la ricerca di lavoro. (Il Giornale delle PMI)

Una “mappa della solidità” delle imprese indica che circa il 45% di esse è strutturalmente a rischio: esposte a una crisi esogena, subirebbero conseguenze tali da metterne a repentaglio l’operatività. Queste imprese sono numerose nei settori a basso contenuto tecnologico e di conoscenza. (BlogSicilia.it)